ARCO DA VIOLONCELLO ANDRE VIGNERON "Fils" 1910

L'artigiano di questa settimana, nonostante essere solo sette anni più giovane di Louis Joseph Morizot e quindi fondamentalmente dello stesso periodo storico, nacque "apparentemente" sotto una stella migliore, ma la vita non gli sorrise poi così tanto comunque.

Arco da violoncello André Vigneron "Fils" 1910 - timbrato (Clicca per ingrandire)

Ho scritto la scorsa settimana che Morizot Père è un artigiano solitamente sottostimato, anche per colpa dei suoi cinque figli, ed è vero. André Vigneron lo è un pochino di più, ma anche lui come il buon Louis, molto al di sotto del suo reale valore e la dimostrazione ce l'avete davanti.

Dotato di eccellenti capacità sia manuali che stilistiche André ebbe natali migliori di MorizotJoseph Arthur era un ottimo archettaio e aveva studiato con quello che io ho apostrofato come l'ultimo "grande"; Jean Joseph Martin.

La sua preparazione all'archetteria grazie al padre fu molto più accurata e approfondita della media. Non solo Arthur era un artigiano eccellente, ma fu anche l'ultimo rappresentante di spicco ad utilizzare le curve antiche.

Se da un lato nascere figlio di un grande può aiutare dall'altro crea, specialmente se il figlio è talentuoso, alcuni problemi. In vari casi, come gli Ouchard ad esempio, ad un certo punto la famiglia esplode e consente ad ognuno di fare la propria strada. In altri, ed è il caso di André, si rimane fedeli ed oscurati dall'ombra paterna.

Arthur sfortunatamente scompare nel 1905 all'età di 54 anni e André è finalmente libero di poter esprimere completamente il suo gusto e le sue idee meccaniche.

Gli affari vanno bene e gli archi sono ben recepiti dai clienti; questo è da considerare il periodo d'oro del suo lavoro e l'arco che vedete è frutto di quegl'anni. Alcuni anni dopo fu costretto a chiudere causa Grande Guerra, anche se non si sa se vi prese parte attivamente.

Finita la guerra prova a ripartire e nel 1920 addirittura assume un operaio, Auguste Husson, ma deve purtroppo chiudere forzatamente nel Gennaio del 1924; causa morte per infarto.

La scomparsa prematura, aveva solo 42 anni, e la breve vita lavorativa, separato dal padre poco più di un decennio, fanno si che non sia un artigiano fra i più noti, ne più stimati, anche se il livello qualitativo del suo lavoro fu altissimo.

La dimostrazione delle sue capacità è chiaramente riscontrabile nell'arco che vedete.

Come prima cosa la selezione del materiale. Anche quello della scorsa settimana era bello, ma questo lo è di più. E' tagliato perfettamente e di un colore marrone chiaro con dei leggeri riflessi dorati, e ha dei raggi midollari lunghissimi, che André è riuscito a far affiorare magistralmente sul lato sinistro della testina.

Dimenticavo, la bacchetta è ancora oggi viva ed energica e perfettamente in grado di suonare, grazie anche all'utilizzo limitato dell'oggetto; l'arco è stato acquistato probabilmente da André in persona e da anni ormai è fermo.

La datazione dell'arco oltre che dal timbro "André Vigneron a Paris", che iniziò ad usare solo nel 1910, è data anche da l'assenza del numero seriale progressivo che iniziò a stampare sulla coda della bacchetta prima della mortasa.

La curva utilizzata è quella moderna e quindi pronunciata verso la punta. Aiutato anche dalla meccanica che costringe a modificare la geometria della testina, André fa vedere in questo periodo il meglio di se.

La testa risulta sinuosa e accattivante pur essendo per alcuni versi spigolosa. Scivola notevolmente la cresta e non entra eccessivamente sulle guance, e per raccordare il tutto usa lo smusso. Quest'ultimo sia a sinistra che a destra ruota perfettamente ed è molto largo, questo per diminuire l'impatto visivo della testa e dare l'impressione di leggerezza.

Il nasetto al contrario è ben eseguito, ma stilisticamente non eccessivamente accattivante.

Le proporzioni sono corrette ma le linee non riescono a girare nel modo giusto. La gola ha un profilo rotondo ma entra pochissimo non consentendo di collegare lo sviluppo delle circonferenze all'occhio e dando un impressine non armonica della forma.

Il disegno della circonferenza della gola non aiuta. Quella inferiore, contrariamente a quel che si fa di solito, è più piccola di quella superiore e crea un effetto depressivo, che si attenua un pochino se guardate il nasetto capovolto appunto.

Come quello della settimana scorsa, anche questo è completamente originale e sanissimo; fasciatura e scarpetta incluse.

Approfondimenti :

ANDRE VIGNERON FILS; L'AUTO-DISEREDATO  

JOSEPH ARTHUR VIGNERON PERE; L'INCROCIO  

J.J. MARTIN: L'ULTIMO GRANDE  

A presto

Paolo