PAUL EMILE MIQUEL; L'ULTIMA FLEBILE FIAMMELLA

Stavo sfogliando stancamente il libro "l'Archet" alla ricerca di ispirazione per il nuovo articolo, quando la mia attenzione viene richiamata da alcuni archi dalle strane stilistiche per il periodo di azione dell'artigiano in questione. Una breve ricerca ha confermato le mie congetture e mi ha fatto scoprire l'Ultima Flebile Fiammella di una delle due più grandi scuole di Francia; Paul Emile Miquel.

Arco da violino Paul Emile Miquel 1880 c.ca

La famiglia Miquel non è certo stata una di quelle centrali dell'archetteria Francese, al punto che io stesso non mi ero mai soffermato ad approfondire il lavoro di quest'artigiano. Merita comunque una citazione in quanto rappresenta il canto del cigno della grande tradizione di Mirecourt di fine '700 inizi '800.

Anche se difficile stabilire esattamente l'albero genealogico di questa famiglia, molte sono le discrepanze tra i vari testi specifici, l'analisi del lavoro di Emile mi fa protendere per la versione de "l'Archet" (Raffin/Millant/Le Canu).

Come riportato dal "Dictionnaire Universel des Luthier" (da ora DUL) di René Vannes, i componenti della famiglia Miquel che hanno lasciato una qualche traccia di loro furono cinque ed operarono tra gli inizi del '700 e i primi anni del '900.

L'unico componente della famiglia di cui si trova traccia su ambedue i testi, è un signore nato nel 1852 e deceduto nel 1911; anche se per il DUL si chiamava Claude e per "l'Archet" Paul Emile.

Come già detto propendo per la versione del secondo, anche perché supportata da un biglietto da visita originale dell'artigiano; ma non solo.

Paul Emile è dunque nato a Mirecourt il 9 Febbraio del 1852 figlio di Nicolas Miquel, liutaio, archettaio, e costruttore di organi, e Victorie Chaudy.

Mentre nel DUL il padre di Paul Emile addirittura non compare, ne "l'Archet" diviene la chiave per comprendere il lavoro del figlio e la sua provenienza stilistica.

Nicolas Miquel nasce a Mirecourt il 9 Gennaio del 1816 e, come testimoniato anche dal lavoro del figlio, che lo affiancherà a partire dal 1865, è l'ultimo rappresentante della grandissima scuola Pajeot/Adam di fine Sette inizi Ottocento.

A testimoniare della veridicità di questa analisi proposta da "l'Archet", oltre che avallata dalle stilistiche usate, c'è anche una frase riportata dal DUL a commento del lavoro di Paul Emile, che dimostra in oltre la totale carenza di informazione che c'era nei primi anni Cinquanta del Novecento.

"Bonnes baguettes, bien qu'un peu curtes". Come forse vi avrò già detto, anche se forse no ora che ci penso, le bacchette costruite durante tutto il periodo antico dell'archetteria sono più corte di quelle successive di circa cinque millimetri. Quindi Vannes anche non sapendolo conferma la provenienza di questo artigiano dalla scuola Adam/Pajeot.

Il padre, Nicolas, muore il 22 di Marzo del 1868, ed il figlio decide di spostarsi da Faubourg Saint-Vincent (Mirecourt), al numero 5 di Rue du Pré de Paradis (indirizzo presente nel biglietto da visita sopra citato).

Il 24 Maggio del 1880 si sposa con Joséphine Gaspard, la quale gli darà un unico figlio; André, anche lui archettaio.

Nel 1891 si sposta a Nancy per lavorare per alcuni liutai e commercianti dell'epoca come Jacquot e Chardon, e probabilmente sotto loro pressione modifica le proprie stilistiche avvicinandosi quanto più possibile a C.N. Bazin; vero e proprio Deus ex machina dell'archetteria Francese di fine Ottocento di cui parleremo ancora nei prossimi due post.

Muore a Nancy il 26 Febbraio del 1911 lasciando dietro di se pochissimi archi timbrati a suo nome, anche se molto riconoscibili come vedremo tra poco.

L'anno successivo anche ilfiglio André farà perdere definitivamente le sue traccie.

Gli Archi

Osservando i suoi lavori non solo si comprende benissimo da quale scuola arrivi, ma anche la fatica e la ritrosia che ebbe ad adattarsi alla nuova, mai assimilata fino in fondo.

Le bacchette oltre ad essere più corte di quelle della scuola moderna, propongono anche una curva molto vicina a quella antica. Le testine in special modo quelle del primo periodo sono di profilo rettangolare e ricordano più Adam che Pajeot. Il secondo periodo è un tentativo di modifica per spostarsi verso Bazin, anche se il risultato si dimostra un imbastardimento della vecchia scuola.

I nasetti, seppur molto carini, sono un coacervo stilistico anche se il non-sense gli dona una piacevole leggerezza.

Prendiamo il nasetto della foto anche se non dei più classici. La gola entra molto ricordando Louis Pajeot e Dominique Adam; il profilo è molto spesso rettangolare a ricordare Maline, ma si alza nella circonferenza superiore come in Peccatte. L'impostazione stilistica generale ricorda molto i modelli "Vuillaume", anche se l'appoggio è "Hill"; questo particolare conferma anche la sua collaborazione con Chardon che tramite parenti emigrati in Inghilterra aveva introdotto questo modello anche in Francia.

A confermare la sua diretta discendenza dalla scuola di Dominique Adam, ci sono anche i metalli utilizzati per i nasetti. Molto spesso sono in alpacca e come ricorderete Adam ne fece largamente uso in particolar modo tra il 1830 e il '35; gli anni immediatamente successivi alla scoperta della nuova lega.

Approfondimenti:

I PAJEOT O PAGEOT  

CHARLES NICOLAS BAZIN; IL FONDATORE  

JEAN ADAM dit LE 2GRAND" ADAM  

ETIENNE PAJEOT; L'ARCHETTAIO DALLE MILLETESTE  

NICOLAS MALINE; L'ARCHETTAIO-IMPRESARIO  

DOMINIQUE PECCATTE 1840 - 45  

ANDRE CHARDON; LANASCITA DEGLI ESPERTI

A presto

Paolo