I PAJEOT O PAGEOT

Etienne Pajeot is recognized as one of those who did some of most beautifull work of is time, and, far from the great Masters of the capital as he was, it remains a mystery as to where he drew his ispiration. He was perhaps a genius. (J.F. Raffin)

Etienne Pajeot - Arco da violoncello c.ca 1815

Osservando il lavoro e l'evoluzione dei suoi archi non si può che concordare con il parere espresso dal M°Raffin. Anche se il genio di Etienne Pajeot segue una direzione un pochino differente da quella di artigiani del suo livello. Ma di questo vi parlerò nel prossimo post; adesso un pò di genealogia.

Innanzi tutto i Pajeot sono due: Etienne, il più famoso e suo padre Louis Simon, ed è proprio quest'ultimo che inizia la professione di archettaio, anche se probabilmente non è stato lui l'insegnante del figlio.

Louis Simon Pajeot nasce a Grenoble probabilmente intono al 1759 da Dominique Francois Pageot (Il fraintendimento è probabilmente da attribuirsi ad una pronuncia molto simile dei due cognomi. Oggi si crede che quello vero fosse Pajeot, anche se sia il certificato di matrimonio, che quello di morte riportano il cognome Pegeot) e Chaterine Roussel, e già in giovane età si trasferisce a Mirecourt per apprendere la professione di archettaio.

A causa della difficoltà nel reperire informazioni di quel periodo storico, si sa molto poco di questo artigiano. Gli anni in cui si trasferisce a Mirecourt sono di un decennio precedenti a quelli cruenti della rivoluzione del 1789, e uno sconvolgimento di questo genere provoca naturalmente come effetto collaterale una grande confusione anche dal punto di vista amministrativo.

Come prima cosa, non si sa con chi abbia studiato. Frequentò probabilmente alcuni laboratori di Mirecourt, anche se non vi imparò molto (a parte ad usare gli utensili), visto che in quegli stessi anni stava nascendo l'arco moderno per mano di F.X. Tourte, e nessuno oltre lui aveva iniziato a sperimentare queste nuove forme. Si può solo cercare di intuire come possano essere andate le cose.

I primi archi di cui si ha testimonianza infatti sono moderni nella meccanica, ma non ancora nella stilistica; sembrano, come dire, imbastarditi. E' come se ci fossero state alcune spie a Parigi, che osservavano il lavoro del grande Tourte e di suo fratello maggiore e riportassero quello che vedevano ai costruttori di Mirecourt.

La cresta della testa indietreggia molto, e lo smusso si ritrae rispetto al modello Cramer, anche se rimane ancora piuttosto grossa e tozza. Il nasetto si abbassa notevolmente rispetto a quello degli archi neo classici, mantenendo però alcuni intarsi in madre perla, oro o argento, e ebano tipici dei modelli immediatamente precedenti ( N.B.: Questo tipo di abbellimento, una specie di sole stilizzato, si sa per certo non essere eseguito da L.S. Pajeot, ma da un orafo di nome Sieur Frichot, che lo brevetto nel 1825 a Mirecourt). Il bottone è anch'esso impreziosito da intarsi, ma molto più simile delle altre parti a quello di Tourte, anche se un pochino più lungo.

I primi archi di cui si ha conoscenza sono databili tra 1785 e il 1790, lo stesso periodo in cui inizia a timbrarli, e proprio dal timbro è nato un equivoco piuttosto imbarazzante; un terzo Pajeot!

Sidney Bowden nel suo libro dedicato alla famiglia Pajeot, viene tratto in inganno dal timbro a fuoco di Louis Simon; "PAJEOT. AMT.". Scambiando la "M" per  "N", attribuisce alcuni suoi archi ad un lontano parente Antoine Francois Pajeot, di professine di "Vinaio", e lo giustifica sostenendo che questa professine può essere esercitata solamente in alcuni periodi dell'anno. Negli altri, secondo lui, costruiva archetti; magari tra le botti della sua cantina.

La spiegazione è invece un altra e ce la danno Raffin e Millant nel loro libro. Il timbro non è "ANT", come Antoine, ma "AMT", e sta' a significare "A Mirecour" la città dove lavorava; anche perché per timbrare Luois Simon Pajeot Fecit A Mirecourt, non sarebbe bastata l'intera bacchetta!

Il carattere piuttosto materialista di Louis Simon, lo si può intuire da alcuni suoi comportamenti nella vita privata. Il 25 Gennaio 1791 viene al mondo Etienne, il primo figlio che diventerà il grande archettaio da noi conosciuto, e sei giorni giorni più tardi, il 30, sua madre, Barbe Chaterine Rellot, muore per complicazioni post parto. E l'inconsolabile Louis, disperato e affranto per l'amor perduto il 13 Settembre dello stesso anno sposa Anne Pilon con la quale, nei successivi undici anni, mette al mondo altri cinque figli!

Anche la data di morte del padre di Pajeot è avvolta nel mistero. Si pensa che sia morto all'età di quarantatré o quarantacinque anni, nel 1804, ma la datazione è alquanto incerta poiché nel 1793 viene messo in vigore dal Convegno Nazionale, il Calendario Repubblicano, che assume come data di inizio anno il 22 Settembre, Equinozio d'Autunno. Il nuovo calendario è composto da dodici mesi di trenta giorni, ed i rimanenti sei non esistono; quindi in tutta Francia si festeggia la Repubblica, e poi si ricomincia!

La vita del piccolo Etienne si complica ulteriormente. Già senza madre e con ben cinque fratellastri e una matrigna, all'età di tredici anni si ritrova anche senza padre, ed essendo il più grande deve accollarsi la responsabilità del lavoro paterno: Ma questa è un altra storia, e ve la racconterò la settimana prossima.

Purtroppo gli archi costruiti da Louis Simon Pajeot sono pochissimi e molto difficili da trovare, pensate che nel libro di Bowden, dedicato alla famiglia, ce ne sono solamente tre fotografati, e io sfortunatamente debbo sottostare alle regole del copyrights e quindi non posso scannerizzarli per farveli vedere.

A presto

Paolo.