COPIE, ISPIRAZIONI, E COMMERCIALIZZAZIONI

-"Ho appena acquistato un bellissimo arco moderno da viola, copia Jean Grand Adam, e funziona talmente bene che mi è venuta la curiosità di vederne uno vero. Sa quanti ne abbia costruiti in carriera?"-. Risposta: -"Eccetto forse Gran Adam stesso, credo che nessuno sappia di preciso quanti sono, ma sicuramente il suo arco non funziona così bene perché è una copia; anzi a dire il vero sono sicuro che non lo sia!"-

Arco da violino Grand Adam

La domanda, mi era stata rivolta da un lettore del blog, e naturalmente alla mia risposta si era molto irrigidito, anche se non era affatto una nota di demerito per il suo arco e chi lo ha costruito, ma ben si un complimento. Vista la lunga spiegazione che è stata necessaria per spiegare la mia "caustica" risposta in puro stile Toscano, ho deciso di approfondire, dopo l'economia, un po di etimologia del linguaggio.

Spesso, come è capitato a questo signore, vengono proposti oggetti sotto il nome di "Copia di", ma la parola copia, almeno in Italiano, significa una cosa ben precisa, ovvero che l'oggetto in questione deve essere in tutto e per tutto identico all'originale.

Conosco l'artigiano che ha costruito l'arco di questo signore, e nonostante le differenti visioni del lavoro che abbiamo, lo stimo come un ottimo archettaio. Bella mano, buon gusto stilistico, e ottima velocità di esecuzione, anche se so, per averlo sentito con le mie orecchie, che non usa meccaniche antiche, quindi non poteva fare una copia di Grand Adam (1823 - 1869) ; l'arco che ha costruito è "ispirato" a questo grande del primo periodo, e se funziona bene non ha niente a che vedere con l'autore dell'originale, ma con le  sue capacità di archettaio.

Per quello che riguarda la mia opinione personale, fare copie nell'archetteria è totalmente sbagliato e il ragione di tale convinzione mi viene data dal mondo fisico. Come sapete, un arco è nella sua essenza più pura una molla, e di conseguenza l'utilizzo continuativo lo sottopone a sforzi che tendono a modificarne la struttura originaria. E' un oggetto continuamente i divenire, e quando si osservano le curve degli archi antichi è indispensabile tenerlo bene presente. Quello che abbiamo in mano è frutto di una settimana di lavoro di un archettaio, e di minimo 150 anni di utilizzo di "N" musicisti.

L'artigiano che ha costruito l'arco in questione, è dotato di ottima capacità di analisi, e questo mi da la certezza che la sua è stata un ispirazione "stilistica" e non "meccanica". Si è limitato a copiare le linee della testa e del nasetto; la stilistica però non suona, e di conseguenza il buon funzionamento dell'arco come già detto lo si deve a Lui.

Nonostante l'arco funzioni bene, anche questo modo di fare emulazione non mi piace molto; montare stilistiche antiche su meccaniche moderne solo per dare in pasto ai clienti un nome esotico da pronunciare, non fa fare un vero progresso alla nostra disciplina. Pur non facendo copie identiche delle curve, si dovrebbe cercare di dedurre, come fossero in origine e modificarle di conseguenza; questo fece Bernard Ouchard, restituendo così alla Francia una disciplina in cui era stata regina, che si era con il passare degli anni troppo asservita alle logiche del commercio e di conseguenza volgarizzata.

In oltre come sapete spostando la curva, anche la proiezione della testa cambia, e è necessario modificare le linee di profilo e smusso per controbilanciare.

Anche il mio collega, pur mantenendo la sua unicità, nell'ultimo anno ha preso ispirazione da un grande del passato. Quando l'arco che vedete qui sotto, e che conoscete molto bene, è arrivato in laboratorio, ho chiesto al mio collega di disegnare la curva, prima di restituirlo al proprietario.

La risposta è stata: -"Non è necessario."-

Arco da violino J.P.M. Persoit "Il Sorriso"

Il M° Navea Vera mi ha detto che per curiosità aveva provato a sovrapporre il Persoit, al disegno di curva Dominique Peccatte che di solito utilizza e con sua sorpresa, le due curve erano praticamente identiche. Questo a dimostrazione che avere un Maestro eccezionale può essere molto utile; ricorderete certo che Jean Pierre Marie Persoit fu l'insegnate di Dominique Peccatte, e forse non è un caso che le curve di questi due autori sono quelle che hanno resistito mediamente meglio alle ingiurie degli anni rispetto a chiunque altro.

Naturalmente il mio collega non fa una copia esatta della curva Peccatte che utilizza, ma la modifica leggermente deducendo quale possa essere stata l'originale, dal principio del modello meccanico che l'ha generata. Queste curve vengono pensate in proiezione, e sono costruite in modo che al calare della forza del materiale, si rilassino non compromettendo la funzionalità dell'arco.

In realtà l'unica modifica che è stata apportata agli archi del mio collega consiste nella stilistica della testine, perché meccanicamente non sono cambiati di una virgola, eppure il fascino dei nomi fa comunque prendere qualche abbaglio anche a strumentisti di livello.

Ce ne sono stati alcuni con cui mi sono un po divertito giocando con il nome di Persoit. Gli ho fatto provare due archi nostri, un ultimo modello, e uno di una produzione precedente. Già dopo le prime note ha iniziato a dire che "Assolutamente non c'è confronto", "Gli ultimi nati sono assolutamente superiori". Io naturalmente assecondavo "Si, si, è lampante", dopo una mezz'ora di prova però, subdolamente li ho invertiti; credete che se ne sia accorto?

No, perché i due archi, fatta eccezione per la stilistica della testina, che non suona, meccanicamente erano identici, e ovviamente li ha confusi, visto che come il 97% dei musicisti non riconosce due testine diverse neanche se le vede l'una accanto all'altra.

Potere dell'illusione!

Arco da violino D.T. Navea Vera - ispirazione Persoit "Il Sorriso"

Approfondimenti:

JEAN ADAM dit "LE GRAND ADAM"

IL SORRISO DI PERSOIT

P  R S, L'UOMO DEL MISTERO

LA GENIALE UMILTA'

IL DIO PECCATTE

PECCATTE; LA RIBELLIONE SILENZIOSA

DANIEL, PERSOIT, E ILYA

MORBIDEZZA E RIGIDITA'

PECCATTE, SARTORY, E LE GEOMETRIE

BERNARD OUCHARD; L'UMILE EDUCATORE

A presto

Paolo