SHAKESPEARE SCRIVEVA PER SOLDI

Questo titolo è senza ombra di dubbio un opera d'arte, anche se purtroppo non è mio, ma di Nick Hornby che così ha intitolato il suo ultimo libro. L'ho trovato su una bancarella in autogrill, e qui il caro Nick ha ottenuto la sua prima vittoria; farsi acquistare stimolando con quattro parole la mia innata voglia di scoprire le motivazioni di un affermazione così provocatoria.

Il libro in questione non è che la raccolta di alcune recensioni scritte da Hornby per una rivista letteraria statunitense. Naturalmente le recensioni diventano per l'autore un mezzo per esprimere le proprie opinioni sul mondo letterario in particolare e artistico in generale. Parlando di Shakespeare, Hornby fa notare che, anche se di ovvia differente caratura, lui come scrittore si sente molto più fortunato del suo illustre predecessore. Al giorno d'oggi, se fai lo scrittore di lavoro puoi permetterti di vivere scrivendo un libro ogni due o tre anni, godendoti la vita, e mettendoti davanti alla macchina da scrivere solo quando hai da dire qualcosa. Al tempo di Shakespeare invece si era costretti a produrre, produrre, e produrre se si voleva mangiare. Questo naturalmente va a discapito dell'arte, non si può a parer mio creare su commissione, e dei letterati come Hornby che non essendo appassionati di letteratura, ma professionisti, sono stati costretti a leggerselo tutto Shakespeare.  

Ovviamente anche le opere minori di uno come Shakespeare, sono senza ombra di dubbio dei capolavori, almeno stilisticamente parlando. E' uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi, dal talento immenso, e come dice giustamente Simone "Si è fatto un cesto così".

Questa cosa dell'essere pagati per produrre arte non è in se per se negativa, anzi ha dato la possibilità a tanti grandi di realizzare capolavori assoluti di cui noi possiamo godere. Bach, Raffaello, Caravaggio, la lista fortunatamente è molto lunga. Ma è però anche un arma a doppio taglio! Mi spiego...

Riconosco che la teoria della relatività di Einstein sia una delle più grandi scoperte di tutti i tempi, e se la comprendi fino alle estreme conseguenze, come dice Jakob, può cambiare il modo di vedere la vita, ma non credo che sia stata possibile grazie allo stipendio dello scopritore. Il fatto che si guadagnasse da vivere con la fisica faceva di lui un professionista, e vista la bravura, anche di un certo livello, ma questo non è sufficiente a spiegare l'immenso salto creativo che la sua mente ha dovuto compiere per formulare tale teoria. Cercava qualcosa.

Questo è l'elemento che fa la differenza. Il livello artistico di ognuno di noi è collegato direttamente a quello che siamo nel profondo; non si può creare grande arte essendo uomini piccoli, anche se si possiede la migliore tecnica del mondo. Faccio degli esempi pratici servendomi di musicisti essendo la musica una delle arti che conosco meglio, ma il punto a cui intendo arrivare è condivisibile da tutte. Guardate questi due video e poi vi spiego il mio punto di vista...ce ne fosse ancora bisogno.(Clicca le immagini per guardare i video)

 

 

Nel primo caso non credo che ci sia granché da dire, se non "Semplicemente Volodia". Ma parliamo del secondo.

Eccellente tecnica; buona conoscenza del testo, al contrario di Horowitz non sbaglia una nota; ottimo suono, qui ovviamente soccombe, il suono di Volodia era semplicemente unico; Chopin ASSENTE!

Anche se togliete il sonoro, e vi prego fatelo, vi accorgerete della differenza di approccio alla musica. Horowitz praticamente non si muove, le uniche cose che si concede sono due occhiate laconiche al pubblico. Quando lo inquadrano nei primi piani ha la stessa espressione di mio nonno quando gioca a scopa. La gente che ha davanti è venuta per ascoltare Chopin, e lui lo suona meglio che può cercando di rispettare la musica che stà suonando disturbandola quanto meno possibile. Gli piace Chopin!

All'altro invece Chopin non interessa affatto, la cosa che conta di più è se stesso; si ama, e molto. E' tutto un occhieggiare, ammiccare, ondeggerebbe e farebbe anche la mossa se solo potesse. Non c'è alcun rispetto per la musica che stà suonando, c'è solo lui! Tutte le volte che lo vedo ho l'irresistibile voglia di strappargli tutti i peli della barba (e non solo) uno ad uno!

Un altro esempio del fatto che quello che si fa è quello che si è. (Clicca le immagini per vedere i video).

 

Qui credo di avere preso come esempio due campioni del mondo assoluti; ogni uno nel suo genere naturalmente. Tempo fa, parlando con un amico musicista, mi sono sentito fare questa affermazione: "Un pianista per alcuni versi discutibile, ma sicuramente un musicista di un intelligenza finissima". Sicuramente si possono mettere in discussione alcune interpretazioni di Gould, ma è innegabile che avesse un intelligenza musicale straordinariamente arguta. E avete ragione, ma lui, il mio amico dico, parlava di Barenboim!!!

Ok misuriamo l'intelligenza; l'ovvio sembra non bastare!

Come certamente saprete, il pianista canadese Glen Gould, nel 1964, all'età di 31 anni si ritirò dalle scene. I motivi di questo ritiro erano principalmente due: I concerti, secondo lui, sono solo degli spettacoli circensi dove la musica la fa solo da comprimario, e sopra tutto non è possibile raggiungere lo stesso livello di concentrazione sul testo che si ha in un silenzioso e solitario studio di registrazione, dentro una sala da concerto piena di gente.

Ora, io non sono totalmente in accordo con lui. La registrazione di Horowitz è l'assoluta conferma che quando si è grandi artisti, e si ha la voglia e la gioia di suonare, si possono fare delle esecuzioni cariche di bellezza e significato degne di essere sentite. Ma per un brano come le "Variazioni Golberg" non mi sento di dare torto a Gould.

Le Golberg sono un intelaiatura architettonica di una complessità e di una perfezione assoluta. Per questo pezzo é necessario, almeno per me, la massima concentrazione anche solo per ascoltarlo, figuriamoci suonarlo! Tutte le volte che riascolto l'incisione del '81 di Gould vi scopro delle cose diverse, delle sfumature nuove. Quest'uomo dal talento immenso ha sezionato una per una tutte le note, di tutte le voci, di ogni variazione, e le ha ricucite pazientemente, cercando di ripercorrere le linee compositive dell'autore fino a carpirne la verità; e a mio parere non ci è andato lontano. Vi consiglio di ascoltarvele tutte e magari comprare anche il disco, che è anche più bello se possibile.

E' una composizione mastodontica, monumentale, e se non la studi e analizzi in profondità, crolla giù come un castello di carte. Credo che sia tra le cose più difficili da eseguire in pubblico.

Da qui si nota l'intelligenza musicale di Barenboim. Affronta questo pezzo dopo averlo forse letto una volta! Non ha ne capo,ne coda, anzi la coda è lunghissima visto che suona della roba non scritta. Ma vedete a me non disturba che lui distrugga le Golberg; non lo ascolto e tanto è. Il problema è che viene considerato un musicista con un "intelligenza finissima", e non ci crederete ma sono queste le motivazioni che spingono me, Simone, e Jakob, a domandarci cosa è arte e cosa non lo è.

Per questa settimana direi che può bastare, ci vediamo la prossima per il seguito. Non credevate veramente che avessi finito!

A presto

Paolo.

Grazie ancora una volta al portale enciclopedico Wikipedia

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e a Youtube per i bellissimi filmati

http://www.youtube.com/members?s=mv&t=w&g=5