RUDOLF NEUDORFER; ARCHETTI E RACCHETTE

Sono molti gli autori di cui mi sono occupato qui sul blog ma parlarvi di Rudi mi ha fatto tornare alla mente ricordi cari e ormai lontani, perché c'è una sottile linea rossa che lega Cremona e la scuola d'archi Italiana a questo simpatico gigante buono.

Il Maestro Rudolf Neudorfer

Nato nel 1936, periodo non troppo felice per la Germania, Rudolf si ritrova a fare i conti con le pesanti restrizioni imposte dagli alleati alla fine della guerra già in giovanissima età.

Inizia l'apprendistato nel 1951 a Shonbach sotto la guida di H. Schmirler e B. Pechar che terminerà nel 1953.

Dopo aver terminato gli studi alla scuola di gestione industriale di Garslitz viene assunto nella fabbrica di strumenti statale Cecoslovacca "Cremona".

Come altri suoi colleghi non troppo inclini al regime filo Sovietico della DDR, nel 1964 riesce fortunosamente ad emigrare all'Ovest e da questo momento inizia una nuova vita.

Arco da violino Rudolf Neudorfer

Come prima cosa si mette in regola anche al di la della cortina superando l'esame di maestro archettaio presso l'HWK di Norimberga nel 1966, dopo di che si sposta a Bubenreuth a lavorare per Seifert dove rimarrà fino al 1968.

Nel '69 arriva a Brienz in Svizzera a lavorare per Finkel ed è proprio in questo posto che Rudi entra in contatto con l'Italia.

In quegl'anni in Italia, più precisamente a Bologna, c'è un giovane contrabbassista che lavora al Teatro Comunale al quale viene in mente di imparare a cambiare i crini agli archi per arrotondare lo stipendio. In orchestra ci sono circa cinquanta strumentisti ad arco e in città non c'è nessuno che cambi il crine, quindi il guadagno è sicuro. Come è altrettanto certo che proprio per lo stesso motivo non è semplice trovare qualcuno che possa insegnargli.

Deciso a imparare il "nostro" si mise alla ricerca di qualcuno e finalmente riuscì a trovare un laboratorio Svizzero che gli aprì le porte.

Il laboratorio era naturalmente quello di Siegfried Finkel e proprio li Rudi conobbe il giovane Italiano che avrebbe di li a poco fatto parlar di se; al secolo Giovanni Lucchi.

Giovanni, che era partito per far delle incrinature tornò dalla Svizzera archettaio, e quasi quattro decenni dopo insegnava e raccontava storie stupefacenti sul suo amico Rudi ad un giovane ragazzo con la passione per l'archetteria e per le storie; il sottoscritto!

Oltre ad aver importato la scuola, molte delle tecniche di lavorazione della nostra arrivano dalla Germania più che dalla Francia, Giovanni raccontava anche dell'eccezionale capacità manuale di quest'uomo.

Aveva una tale velocità e forza che era in grado di costruire un arco da contrabbasso all'ora completo di crine! Giovanni mi raccontava che quando doveva incollare le scarpette in avorio, si metteva un fascio di archi sulla sinistra del banco, colla e gomitolo di spago davanti, ed era talmente veloce da finire di legare la scarpetta che aveva in mano prima che la precedente bacchetta toccasse terra. 

Quando gli domandò per quale motivo lavorasse ad un ritmo così forsennato Rudi rispose : "Sai Giovanni che la mia più grande passione è il tennis, appena avrò i soldini per costruirmi casa con il campo annesso rallenterò!"

La passione non dovette aspettar molto, primo perché a detta di Giovanni anche Finkel era un grande appassionato e spesso lasciavano le pialle per dedicarsi al palleggio, e secondo perché nel 1973 Rudi fece ritorno a Bubenreuth per rilevare il laboratorio che fu di Emil Warner e installarvi la propria attività.

Durante la carriera ha partecipato con successo a molte competizioni internazionali, ricevendo gli attestati di merito della WSA, in USA dal 1980 al 1982, e due medaglie d'oro per il miglior arco da violino nella competizione nazionale di Wiesbaden rispettivamente nel 1983 e nel 1986.

Oggi è un anziano signore che passa le giornate a palleggiare godendosi la sudata pensione.

Gli archi

La prima cosa che è obbligatorio dire parlando del lavoro di Rudi è che viaggiava su due livelli diversi. Riusciva a costruire almeno tre o quattro arche al dì, ma questi oggetti ovviamente erano lontani da poter essere considerati archi di livello. Si trattava di una produzione veloce non eccessivamente curata e proposta a prezzi bassi.

Altro conto è il lavoro che ho fotografato per voi. Nonostante essere molto veloce non è possibile ottenere un livello di accuratezza in breve tempo. Questo oggetto fa infatti parte della sua produzione di primo livello.

In questo caso particolare la testina è chiaramente ispirata al lavoro di Dominique Peccatte; molto spigolosa e con lo smusso che dopo essersi lanciato nella parte alta della circonferenza chiude stringendo, come abitualmente fatto dal grande Maestro Francese. Ovviamente pur ispirandosi, l'esecuzione mostra chiaramente le linee guida stilistiche della scuola Tedesca, come l'arrivo della circonferenza della cresta che si ferma sul legno invece di arrivare fino all'avorio come in Francia.

La curva è integra e l'ottagono ben tirato, anche se da un punto di vista formale Peccatte vorrebbe la sezione della bacchetta rotonda. Colui che fece la maggior parte di archi ottagonali fu F.X. Tourte (quasi l'80% della produzione), altro artigiano a cui si ispira Rudi oltre a Eugene Sartory.

Il nasetto, seppur ben fatto, non è stilisticamente in accordo con la bacchetta e probabilmente proviene da ditte esterne specializzate.

Gli archi di primo livello sono solitamente timbrati "RUDOLF NEUDORFER", gli altri più semplicemente "R. NEUDORFER".

A presto

Paolo