RICHARD GRUNKE; L'INIZIO DELLA NUOVA ERA

Parlando dell'archetteria Tedesca del Novecento, come di qualsiasi aspetto della vita di questo Paese, non è possibile esimersi dal prendere in considerazione quelli che furono gli effetti prima devastanti e poi energizzanti della Seconda Guerra Mondiale. Come ad esempio un esodo di massa e la creazione di un nuovo centro di produzione liutaia e archettaia di sana pianta.

Arco da violino Richard Grunke 1980 c.ca

Anche se faccio un balzo temporale in avanti di circa un centinaio di anni, l'occasione di fotografare l'arco della settimana scorsa mi ha fatto venire il desiderio di occuparmi di un periodo molto particolare dell'archetteria Tedesca, e dell' Europa tutta.

Parlando di Germania, in nostri cugini, come noi del resto, erano appena usciti dalla Grande Guerra con un economia traballante, e naturalmente per trovare soluzione allo scontento generale e lenire le sofferenze che la popolazione ebbe a subire a seguito della crisi degli anni '30, non videro miglior soluzione del Nazional Socialismo.

Già in questo periodo i laboratori attivi in alta Boemia erano stati messi a dura prova; come scrive proprio Klaus Grunke, primo figlio di Richard, la maggioranza dei musicisti Tedeschi era di origine Ebraica e il genocidio Nazista ebbe anche questa di conseguenze collaterali seppur minore.

Dopo la caduta del Terzo Reich in oltre, molti Tedeschi che vivevano fuori dai confini nazionali, Polonia e Cecoslovacchia, tra il '46 e i '48 furono costretti al rimpatrio forzato. Sorte che toccò anche a Richard Grunke appunto, uno dei padri della nuova era dell'archetteria Tedesca.

Nasce in Polonia nel 1930 e nel 1944 si sposta nell'alto Vogtland nel periodo finale della Guerra. Nel 1945 presta servizio come apprendista per un anno nel laboratorio di Edwin Herrmann a Schonlind, per poi spostarsi nel '46 a Markneukirchen, dove si fermerà fino al '50 a lavorare per H.R. Pfretzschner.

La penultima tappa per completare l'apprendistato la compie a Berlino, dove lavora per Alfred Leicht, dopo di che nel '52 si sposta definitivamente verso Bubenreuth.

Nei primi anni cinquanta la cittadina di Bubenreuth pullula di liutai e archettai fuoriusciti dalle fabbrichette dell'alto Vogtland e di Markneukirchen, rimaste nel Blocco Sovietico, e Grunke arrivatovi nel '52 inizia a lavorare come apprendista per Roderich Paesold.

Nel 1957, dopo cinque anni di preparazione, Paesold gli concede di marchiare gli archi con il proprio nome. Da questo momento fino al 1975, anno in cui deciderà di mettersi in proprio, i suoi archi verranno marchiati con il timbro RICHARD GRUNKE, con l'aggiunta di un marchio a scudo con le lettere RG sul nasetto per le montature in argento, e un arco e una freccia per quelle in oro.

Nel 1974 muore Fritz Muller e Richard nel '75 ne rileva il laboratorio ed apre la propria attività. Da questo momento in poi gli archi saranno timbrati RICHARD GRUNKE e avranno stampato sul nasetto un arco teso e una freccia.

Nel 1977, insieme con l'amico e collega Lothar Seifert, presenta una richiesta ufficiale al Ministero degli Affari Economici, chiedendo di riammettere la professione di archettaio, abrogata nel 1953, separata da quella del liutaio.

Dopo un iniziale rifiuto e quindici anni di lotta, il 1 Gennaio 1992 la professione di archettaio viene nuovamente riconosciuta a livello legale.

Nel 1996 apre nuova attività con in due figli; Richard Grunke & Sohne GmbH e lentamente seppur mantenendo un ruolo attivo passa l'attività e si ritira in pensione.

Gli Archi

Richard Grunke e i suoi figli, rappresentano una delle eccellenze dell'archetteria Tedesca. Il padre in particolar modo è uno dei primi ad interessarsi alle stilistiche Francesi e a provare a riprodurle.

Il padre stilisticamente si ispirerà nella prima perte della carriera a modelli Lamy e Sartory, per poi trovare una propria via stilistica sintetizzando e interiorizzando i dettami Francesi.

Mentre per la stilistica si lascia trasportare dai gusti moderni, per la meccanica, sceglie qualcosa di più antico; molto simile all'arco fotografato nello scorso post.

Approfondimenti :

RODERICH PAESOLD; L'EPOCA DELL'IMITATOR FRANCESE 

A presto

Paolo