LA REGINA DELL'ARCHETTERIA ITALIANA; LA RASIERA

Dopo tutto il tempo speso a parlar di archi e scuole di costruzione Francesi, mi sono reso conto di non aver mai dedicato neanche due parole a quello che è l'utensile principale della tradizione Italiana e non solo. Strumento che ci consente di ottenere lavorazioni ineguagliabili con qualsiasi altro, anche se al costo di molto duro lavoro; la Rasiera.

Set di pialle

Le piccole differenze di tecniche di lavorazione tra una scuola e l'altra sono in realtà molte, basti pensare ad esempio, che ogni artigiano si costruisce i propri coltelli con cui lavorare, in modo da poterli personalizzare seguendo le proprie esigenze.

Mentre però con i coltelli e le lime si possono fare lavorazioni uguali anche usando utensili leggermente diversi, con le pialle la storia cambia e non poco.

Rasiera e Stanley classica

I due modelli di pialla che vedete qui sopra sono quelli principali della nostra scuola e servono per due diverse fasi di lavorazione. La Stanley viene solitamente usata per la sgrossatura delle bacchette, e la rasiera invece dal primo ottagono in piega, fino all'arrotondamento.

La differenza tra le due pialle sta nel posizionamento dell'angolo d'incisione della lama. Per la Stanley da archettaio, anche se l'unghia è meno inclinata di quella usata nella liuteria, l'angolo della lama è di 45° in positivo. La differenza con quella dei liutai sta proprio in questo angolo, la loro ce lo ha di 30°.

Dovendo gli archettai lavorare legno molto duro hanno necessità di un angolo maggiore, altrimenti la lama non darebbe un taglio pulito e regolare, ma "strapperebbe". Questo fa si che anche la nostra pialla meno faticosa, lo sia molto più della loro.

Anche se l'unghia è meno inclinata, questo tipo di pialla asporta una notevole quantità di materiale ad ogni passaggio, e come già detto, consente di lavorare molto velocemente, con un medio dispendio di energie.

Naturalmente quel che si guadagna in velocità lo si perde in precisione, e quindi quest'utensile va abbandonato al massimo dopo il primo abbozzo di ottagonale in curva; dopo c'è la rasiera.

Prima però di parlarvi di Lei, vi introduco il suo alter ego Francese.

Purtroppo non ho ha disposizione una di queste pialle da mostrarvi, dovrete accontentarvi di un qualcosa di simile. Quella che vedete qui sopra è troppo piccola, ma concettualmente non è molto diversa. L'angolo di incidenza aumenta rispetto alla Stanley, e l'utensile è molto più piccolo.

Questa pialla consente di asportare meno materiale, e di conseguenza la lavorazione diviene più precisa. Il difetto che ha, a mio parere, è di essere troppo leggera, e di conseguenza di non consentire di stirare adeguatamente la fibra del legno durante il taglio. In molti casi questo strumento produce delle lavorazioni della bacchetta leggermente ondulate.

Tutt'altro che leggera e tanto meno riposante è la nostra "Regina", ma i risultati che da questa vecchia signora sono inarrivabili dalle pialle moderne.

In realtà è uno strumento tanto semplice quanto affascinate. Il corpo in legno, meglio se pesante, una piastra di acciaio spesso avvitata sotto, con un apertura per la lama, e una zeppa che incastrandosi sul passante tiene ferma la tiene ferma.

Strumento molto antico, compare nell'archetteria probabilmente già dalla fine del '700. Se ne trovano tracce sicure sia in Germania che in Inghilterra, ed è più che ipotizzabile che anche i primissimi archettai Francesi, come Tourte o Persoit, utilizzassero degli utensili simili. Visto le lavorazioni che facevano ritengo improbabile che usassero oggetti simili a quelli con cui lavorano in Francia oggi.

Oltre che dal peso, la durezza di questa pialla deriva in particolar modo dalla disposizione della lama. Mentre la Stanley come abbiamo detto ha l'unghia a 45° in positivo, la lama della rasiera ha lo stesso angolo, ma in negativo.La lama essendo voltata ha un angolo di 90°con la superficie di lavorazione.

Il legno in realtà viene più raschiato che tagliato, e la pialla asporta pochissimo materiale ogni passata; questo il motivo per cui è molto faticosa da usare.

Essendo pesante e dovendo spingere molto per farla funzionare, riesce a stendere bene le fibre del legno e le lavorazioni escono pulite e perfette.

Naturalmente la bellezza del lavoro la si paga con la bassa produzione. Il legno asportato è pochissimo, e fare un arco con quest'utensile, porta via il triplo del tempo rispetto alle altre pialle, ma come detto le lavorazioni sono inarrivabili; soprattutto quelle del "Tornio Umano", come chiamava il mio collega una sfortunata collega e carissima amica di Daniel, scomparsa da molti anni.

Adesso la "Good News" come direbbe la Gabanelli.

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Mi ero ripromesso di farlo nel primo articolo post vacanze, ma per motivi tecnici sono stato costretto a rimandare di una settimana.

Alcuni mesi or sono avendo un magnifico arco da violoncello del mio collega da vendere, telefonai, sapendolo potenzialmente interessato e sicuramente curioso, ad un eccellente violoncellista stabile da molti anni nell'Orchestra di Santa Cecilia. Mi risponde che in quel momento Lui non può spostarsi da Roma, ma che a breve sarebbe salita, accompagnata dalla famiglia, una sua promettente allieva che stava cercando un arco.

Come detto, l'arco era, ed è un oggetto veramente bello, e in quel momento l'idea di vedermi deviato su un allieva non mi entusiasmò molto, ma devo dire che dopo le prime note mi sono ricreduto.

Ho il piacere di presentarvi Erica. Giovane promessa della musica Italiana, dotata di un talento veramente particolare, che già alla giovane età di quattordici anni è stata ammessa alla corte del M° Antonio Meneses.

Leggete pure quel che dice di Lei, anche se vi garantisco che ho avuto la fortuna di assistere alla prima audizione di Erica con Meneses, e la sua espressione facciale diceva molto di più di ogni parola.

Oltre a congratularmi con Lei per i successi futuri, ci tengo particolarmente a ringraziare colui che Erica ha curato ed aiutato a crescere fino a questo momento.

Il M° Francesco Storino, persona intelligente, sensibile, e che ama il suo lavoro, oltre ad essere naturalmente un eccellente strumentista.

Quello che potete vedere nel video è prevalentemente opera sua, per il momento.

Erica Piccotti in concerto all'Ara Pacis - Roma 31/07/2013

A presto

Paolo