JOSEPH E JEAN JAQUES MEAUCHAND; I DIMENTICATI

Non so perché, ma più ci si avvicina al periodo storico riguardante la transizione tra arco barocco e moderno, e più le nebbie si addensano e quasi inghiottono artigiani come i Meauchand ad esempio. Motivo? Da un lato sicuramente influisce la difficoltà di reperire documentazione storica, ma dall'altro si ha la sensazione che anche quella trovata non sia piaciuta a chi la storia ce l'ha raccontata.

Arco modello Cramer, Jean-Jacques Meauchand

I Meauchand, sono una delle prime famiglie, la seconda dopo i Tourte a dire la verità, a dedicarsi interamente all'archetteria.

Del padre, Joseph, non si conosce l'anno di nascita, che si ipotizza essere 1720; la prima datazione si riferisce al suo matrimonio con Anne Philiberte, celebrato l'8 Gennaio 1754 a Mirecourt.

Inizia a lavorare come liutaio ed in seguito si interessa agli archi, diventando uno dei primi archettai dedicati esclusivamente a questa professione.

Della sua vita, sia professionale, che privata si sa ben poco, se non che il tenore non doveva essere molto alto. L'inventario dei suoi averi al momento della morte della moglie, 10 Novembre 1771, riporta che era in stato di povertà.

Anche la vita professionale è nebulosa. Sembra che in gioventù abbia costruito archi con curva convessa a "Testa di Luccio"; anche se nessun esemplare è stato rinvenuto.

Dal 1770 passa anche lui al famigerato modello "Cramer", e nello stesso periodo inizia a marchiare i suoi archi. Anche se in realtà non si era mai mosso da Mirecourt, il suo timbro riportava la dicitura "MEAUCHAND a PARIS". Usava questo piccolo stratagemma, solo perché Mirecourt in quegli anni non faceva parte della Francia, ma del Ducato di Lorena, e così facendo riusciva ad eludere le tasse doganali.

Muore a Mirecourt il 31 Gennaio 1775.

Il figlio Jean -Jaques, nato il 25 Luglio del 1758, diviene anche lui archettaio e naturalmente, almeno fin che può, lo istruisce il padre.

Il 5 di Ottobre1784 si sposa con Elisabeth Chopin, imparentata con la famiglia del famoso Pianista.

Muore l'8 Marzo 1817 a Mirecourt.

Espletati i doveri anagrafici proviamo a concentrarci sul loro lavoro, anche perché è molto probabile che i primi modelli "Cramer" Francesi non siano stati costruiti dai Tourte.

Nella sezione biografica del libro "L'Archet" dedicata al figlio si legge che: "Nel 1770 inizia il suo apprendistato costruendo archi "Cramer", di cui c'era una grande richiesta dalla Germania grazie al liutaio Francois Lupot I (da non confondere con il figlio, Francois Lupot II), che si era trasferito a Stoccarda nel 1760, e comprava gli archi per i suoi clienti Tedeschi a Mirecourt".

Fin qui tutto bene, solo che, come riportato dal Dictionnaire Universel des Luthiers di René Vannes, Francois Lupot I è arrivato a Stoccarda nel 1758 e ci è rimasto fino al 1766, anno in cui è rientrato in Francia trasferendosi prima ad Orléans, nel 1769, ed in seguito a Parigi, nel 1794; quindi nel 1770 non era più li.

Le questioni a questo punto sono fondamentalmente due: o il buon vecchio Lupot ha continuato a fare commercio con la Germania anche dopo essere rientrato in Francia (cosa improbabile perché dal 1766 venne a mancargli il suo mecenate, Duca di Wurtemberg, e proprio per questo motivo tornò in patria), oppure i primi archi modello Cramer, cioè a testa alta, curva convessa, e probabilmente in Pernambuco (tecnicamente archi moderni) Francesi, non sono stati costruiti ne a Parigi, ne dai Tourte.

Se ricordate, sempre lo stesso libro parla di una visita Parigina del grande violinista Wihelm Cramer in transito per Londra nel 1769, durante la quale il più vecchio dei Tourte, Nicolas Leonard, ebbe la possibilità di conoscere il nuovo modello di arco; il Cramer appunto.

Oltre alle date che assolutamente non collimano con quelle del testo de L'Archet, c'è anche una parte intuitiva di come possono essere andate le cose.

Se voi foste stati al posto di Lupot I, considerando che è il 1760 e che i Tourte non sono ancora arrivati alla notorietà. Se a Stoccarda vi avessero chiesto degli archi, dovendo fare il viaggio su mezzi sicuramente molto meno comodi di quelli odierni, sareste andati direttamente a Parigi, dovendo anche sottostare al pagamento dei dazi doganali? Oppure vi sareste fermati prima a Mirecourt, già molto attiva nella liuteria anche in quegli anni, evitando anche di pagare le tasse di sdoganamento, dal momento che la cittadina ha fatto parte del Ducato di Lorena fino al 1766?

Il puntino bianco è Mirecourt!

Tirando le conclusioni, anche se non è minimamente in discussione l'enorme apporto che ha dato la famiglia Tourte alla messa a punto del meccanismo nasetto e alla stilistica dell'arco, la molla c'era già. E visto che come vi ho più volte spiegato, l'arco è essenzialmente una molla a balestra, le curve moderne del primo periodo non sono Francesi.

A presto

Paolo