GLI INVESTIMENTI OCULATI (?)

"Mi dia ascolto; questo oggetto è un assegno circolare. Non se lo lasci scappare!" Alzi la mano chi tra di voi non si è mai sentito dire una cosa del genere trattando l'acquisto di un violino o un arco. Proviamo ad approfondire per capire se è vero, e soprattutto per chi.

Arco da violino Pierre Simon 1848 - 51

Esiste nell'immaginario di molti musicisti l'idea che quando si acquista un arco o un violino si debba pensare anche ad investire il proprio denaro. Di per se il concetto potrebbe anche essere tollerato, anche se ricordo a voi tutti che un qualsiasi lavoratore autonomo è costretto a fornirsi di utensili che non solo non sono investimenti, ma addirittura si esauriscono e vanno sostituiti. Un esempio stupidissimo : facendo il commerciante sono stato costretto a investire parte dei miei guadagni in un auto sicura che tra qualche anno non varrà più un centesimo.

In questo senso voi strumentisti siete senza ombra di dubbio molto più fortunati di me, anche se spesso cadete in un piccolo cortocircuito logico.

Per fare la professione ad un livello alto è sufficiente avere in custodia un violino ed un arco moderno di grande fattura. Conosco molti colleghi in grado di costruire strumenti eccellenti e, anche tralasciano noi, esistono archettai capaci che propongono oggetti notevolmente superiori a molte produzioni antiche sia Francesi che Tedesche. Il punto però è che anche gli strumentisti, come chiunque di noi, vivono una parte della vita accecati dalle illusioni.

Proprio pochi giorni fa stavo parlando con un cliente di questo, e alla fine della discussione mi ha confessato che avere lo strumento antico Italiano (anche se antico si legge anni '50 del '900), e l'arco Francese (tradotto Morizot, Bazin, e compagnia ballante), è più una moda che una necessità reale.

Detto questo, se si ha la fortuna di trovare qualcosa di bello e i danari per comprarlo, perché non farlo; l'unica cosa da dimenticarsi è di fare un investimento.

Arco da violoncello Dominique Peccatte "col de cygne" 1845 c.ca

Investire in archi o strumenti non è molto diverso dal giocare in borsa e il punto è proprio questo; non c'entra niente con il mestiere del musicista, ma richiede competenze non inferiori.

Provo a spiegarmi meglio. Non solo esiste un borsino degli autori che scende e sale a secondo di che cosa il mercato recepisce meglio, ma c'è anche lo strozzo del dealer!

Facciamo un esempio pratico. Comperate un arco ad una cifra di 12.000 euro perché vi piace ed è un investimento sicuro a detta del venditore; vediamo se è vero. Nel momento in cui vorrete rivenderlo dovrete forzatamente incaricare qualcuno che lo faccia per voi, dal momento che conosco poche persone che darebbero una cifra del genere in mano ad un musicista. Naturalmente il commerciante che si occuperà di piazzare l'arco pretenderà una percentuale a pagamento del servizio fornito.

Le percentuali medie richieste oggi dai commercianti di tutta Europa sono del 20, di conseguenza dovrete augurarvi che l'oggetto che avete comprato si sia rivalutato almeno fino a 15.000 per pareggiare. Ammesso e non concesso che sia salito!

Arco da violino Victor Francois Fetique 1925 - 30

Facciamo anche qui un esempio pratico. In questo momento il mercato, non so ancora per quale ragione, ma credo che a breve lo scoprirò, sta virando il proprio interesse da Victor Fetique a suo fratello Jules. A dimostrazione di questo la strana voce su Wikipedia.org che riporta i pareri di più esperti, tra i quali il mio, che esprimono perplessità sul lavoro di questo artigiano.

Fin qui niente di strano; sono anni che sostengo che il  migliore della famiglia fosse Jules e che molti dei lavori più belli attribuiti al fratello fossero in realtà suoi. Victor era di salute cagionevole e si fece costruire archi da molti artigiani, non tutti di pari livello.

Il mercato ha deciso di riconsiderare tutto il suo lavoro, cosa oltre tutto doverosa, l'unico problema è che Jules crescerà, mentre Victor rimarrà fermo e voi se ne avete uno siete già in perdita al momento dell'acquisto.

Arco da violino Jules Fetique 1910 - timbrato Albert Caressa Paris

Tutto questo solo per far arrivare il messaggio che investire, che siano titoli o strumenti, è come giocare d'azzardo, quindi o siete il banco, o perderete!

A presto e buone vacanze

Paolo