CREMONA : CITTA' DEL VIOLINO

Amo l'archetteria e gli archi da sempre, nel profondo del cuore però un po invidiavo coloro che facevano violini a Cremona; la città dove "tutto accadde", ma devo dire che dopo aver vissuto alcuni anni tra i liutai tale sentire non si è dissolto, ma bensì trasformato in gioia.

Arco da violino D.T. Navea Vera

So di addentrarmi in un argomento quanto mai scivoloso, ma tengo comunque a voler esprimere un mio pensiero sulla discussione che ha infiammato gli animi dei miei colleghi liutai nelle ultime settimane.

Come forse saprete alcuni giorni fa è uscito un articolo su Mondo Padano che denunciava la vendita di strumenti non prodotti in città da parte di non precisati "laboratori cremonesi". Naturalmente la giusta reazione di molti colleghi a delle illazioni belle e buone non si è fatta attendere, considerando anche che il "Metodo Cremonese" è stato dichiarato patrimonio immateriale dell'umanità dall'UNESCO non più tardi di due anni fa. 

Personalmente posso dire ben poco sull'argomento perché occupandomi di archi non sono mai entrato in contatto con commercianti di acero, ne tanto meno mi son stati offerti violini già finiti. Quello che so è che almeno nei laboratori che frequento io, e non son pochi, ho sempre visto artigiani di grande professionalità intenti a costruire i loro strumenti.

Osservando lateralmente questa discussione se ne possono comunque trarre spunti di riflessine importanti su quale sia lo stato delle cose nel mondo della liuteria cremonese e italiana. Certo che un articolo del genere può essere fastidioso, ma proprio perché molto anonimo, non eccessivamente pericoloso. L'effetto che ha provocato è stato invece deflagrante e questo a parer mio denuncia uno stato di tensione eccessiva, non completamente giustificata dall'elevato numero di artigiani presenti in città.

La realtà è che nella liuteria, come in molte altre cose del nostro paese, manca un sistema solido e strutturato, a partire dalle scuole. A Cremona c'è un importante scuola di liuteria che ormai da decenni sforna artigiani di livello che hanno portato la tradizione Cremonese in tutto il mondo. E' singolare però che ad un eccellenza del genere si affianchi un sistema amministrativo che fa acqua da tutte le parti.

Tanto per dirne una, nonostante esista un diploma in liuteria, non è richiesto per aprire una partita IVA come liutaio; non parliamo degli archettai che da anni ormai non hanno più neanche una scuola. Non esiste un esame di stato per fare questo lavoro, lo può fare chiunque.

I miei colleghi, e me compreso, potremmo imparare almeno a collaborare per degli obbiettivi comuni invece che guardarci in cagnesco. L'artigianato di qualità è difeso e ben amministrato in altri paesi, perché nel nostro non è così? Perché ad esempio non unire le forze per valorizzare le ricchezze che abbiamo battendoci per un sistema di tassazione adeguato che consenta a noi di lavorare e vivere decorosamente, e ai nostri clienti di potersi permettere oggetti di ottima qualità.

Come è possibile che la mia attività, che produce 24 pezzi all'anno, tutti rigorosamente a mano e costruiti da un unico artigiano sia tassata come una falegnameria?

Perché se siamo un eccellenza la nostra amministrazione non è gestita del ministero dei beni culturali, come nei paesi civili, invece che dal ministero del lavoro?

Queste sarebbero cause per cui battersi se veramente fossimo in grado di costruire un sistema che funziona. Basterebbe come già detto anche solo un esame di stato per iniziare a vedere qualcosa di concreto.

Detto questo, a Cremona i violini li si fanno e li si sanno fare bene, e non crediate che sia così facile imbrogliare i compratori. Comprano strumenti per lavoro e sono perfettamente in grado di riconoscere un puro Cremonese da una patacca.

Arco da violino D.T. Navea Vera

P.S. : Quelli fotografati sono le due ultime creazioni del M° Navea Vera

A Presto

Paolo