CLAUDE JOSEPH FONCLAUSE: IL SIMPATICO

Parlando di Fonclause, i grandi maestri lo classificano un gradino, se non due al di sotto dei suoi illustri quattro colleghi di cui abbiamo già parlato: F.X. Tourte, J.P.M. Persoit, E.Pajeot, e naturalmente D. Peccatte. Ma anche se è innegabile che non sia mai arrivato a toccare quelle vette, è pur vero che i suoi lavori possiedono una vivacità e leggerezza uniche.

Difficile spiegare quale sia esattamente il livello di questo artigiano; quello che mi viene più calzante e pratico, è un paragone calcistico. Fonclause non era quel talento impressionante ed assoluto come Maradona, che riusciva a creare occasioni da goal anche da palle impossibili; e non era neanche uno come Gattuso, che i piedi buoni non li ha per niente e si limita a mordere come un mastino.

Fonclause era un pò come il caro Beppe Signori; piedi buoni, anche se non eccezionali, ma tanto lavoro e il piacere di farlo. E anche se non sempre, grazie alla pratica e all'umiltà, alle volte riusciva a fare giocate degne di Maradona.

Figlio di Jean-Baptiste Fonclause e Marguerite Frebinet, Claude Joseph nasce il 24 Aprile del 1799, a Luxeuil, piccolo comune non lontano da Mirecourt.

Inizia il suo apprendistato molto giovane (solo otto anni), con Etienne Pajeot, con cui lavorerà fino al suo trasferimento a Parigi avvenuto nel 1832, e per il quale produrrà un grande numero di archi. In questo periodo è infatti chiara l'influenza del collega più illustre.

Dopo essersi sposato con Catherine Louise Contal nel 1826, e aver messo due figli; Nicolas, e Maurice Sebastie che diverrà anche lui liutaio. Nel 1832 si trasferisce a Parigi ed inizia a lavorare per Vuillaume.

Nei circa dieci anni che rimane nell'atelier Vuillaume, Fonclause affina la tecnica esecutiva e stilistica, ma probabilmente a causa dell'età già avanzata in cui si trasferisce a Parigi, non riesce a far sparire del tutto le meno eleganti influenze di Pajeot.

Oltre a costruire modelli normali, è probabilmente il primo che realizza gli archi auto incrinanti. Non so se vi ricordate la querelle tra E. Pajeot e J.B. Vuillaume; il primo accusava il secondo di avergli rubato l'idea. Ora, non so chi avesse ragione, il dato di fatto è che in subito dopo aver lasciato il laboratorio di Pajeot, Fonclause inizia a lavorare per Vuillaume, il quale subito dopo brevetta e mette in commercio l'arco auto incrinante. Quando si dice casualità!

Nel 1840 lascia fisicamente Vuillaume, continuerà a costruire per lui tutta la vita, e si trasferisce in Rue Pagevin, la stessa di Henry, e apre il suo laboratorio.

Durante i successivi anni cambia leggermente le stilistiche della testa, avvicinandosi molto a Simon; questo a testimonianza che negli anni 50 la collaborazione tra questi due artigiani era molto stretta.

Muore, come molti di loro, con la pialla in mano il 7 Gennaio del 1862.

Il Carattere

Quello che colpisce di più in Fonclause non è certo il senso di ricerca estetica dell'autore. Il caro Giuseppe era un uomo alla buona. Schietto, concreto, assolutamente non complicato, e anche un pochino arrivista perché no.

Doveva essere un tipo vivace e sveglio; la testa di questo arco anche se non un esempio classico(lo smusso è quasi sempre molto più inclinato verso l'interno della gola, e entra di più), rimanda sensazioni di leggerezza e furbizia; anche se in fondo non troppo cattiva.

I nasetti purtroppo non sono mai stati il suo forte. Non ho mai capito come fosse possibile fare delle teste così carine e dai nasetti tirati via in questo modo. Non c'è da dire molto su di loro; gola pressoché circolare, anello corto, e bottone con un solo colletto martellato. Come già detto: difficile scrollarsi di dosso Mirecourt.

Ad ogni buon conto Claude Joseph Fonclause pur non avendo raggiunto le vette dei suoi predecessori, ci ha comunque lasciato alcuni bellissimi lavori, che ancora oggi continuano a fare la felicità di molti musicisti.

A Presto

Paolo.