ARCO DA VIOLONCELLO DOMINIQUE PECCATTE "col de cygne" 1840/45

E' da un po di tempo che rifletto sul magnifico oggetto che vedete raffigurato nelle foto. Le domande a cui sto cercando di dare risposta non riguardano l'originalità dell'arco, ma a quale dei tre moschettieri appartengano le mani che lo hanno costruito!

Arco da violoncello Dominique Peccatte "col de cygne" 1840/45

Come dicevo l'attribuzione di questo arco non è poi così difficile. Pochissimi artigiani, e per più ragioni, hanno utilizzato la stilistica "col de cygne", da un lato per la difficoltà di esecuzione e dall'altro per alcuni problemi di stabilità che comporta e di cui abbiamo già parlato sempre in occasione di un  arco simile di Dominique Peccatte.

Non fosse sufficiente la stilistica della testa per attribuirlo a Lui basta dare un occhiata all'irruenza con cui è stato scolpito il nasetto per non aver più dubbi; e infatti quelli che ho non riguardano ne il nasetto ne il laboratorio di provenienza, ma la bacchetta.

Mentre il nasetto, di cui parleremo a breve, mostra pienamente il carattere di Peccatte, fatto di grande talento ma di altrettanta irruenza, che quasi sempre sfocia in imperfezione, la testina si distingue per l'eleganza e la gestione ordinata delle linee.

Capire le mani su un "col de cygne" non è affatto semplice; le linee di riferimento fondamentali come quella di mezzeria non ci sono. Lo sviluppo di questa stilistica non prevede infatti linee rette o angoli dove appigliarsi.

Nonostante questo, la testa è troppo curata per essere sua, almeno secondo il mi giudizio. Appare più il lavoro di un suo grande collaboratore, all'epoca poco più che quindicenne; Joseph Henry naturalmente.

In quel periodo, quello tra il '38 e il '48, era più che normale che gli archi prodotti nel laboratorio di Dominique Peccatte fossero fatti in collaborazione con Pierre Simon e Joseph Henry.

I motivi per i quali lo attribuisco proprio a Henry sono principalmente due. Il primo lo toglie dalle mani di Peccatte ed è l'arrivo della bacchetta sulla cresta; questa è praticamente parallela, mentre le sue hanno una leggera depressione sul lato destro. A metterlo invece tra le mani di Henry, oltre alla naturale eleganza e leggerezza di quest'autore c'è anche l'inclinazione della scarpetta molto in avanti, particolare che verrà ad estremizzarsi quando inizierà a lavorare in proprio.

La scarpetta, come si può vedere è stata sostituita e purtroppo in malo modo, toccando evidentemente buona parte del legno.

Il nasetto, quello invece è proprio Lui. Aggressivo e umorale poco si cura della perfezione delle linee ma grazie ad un impronta caratteriale forte il risultato è comunque sempre affascinante.

La gola è puro Peccatte, con la circonferenza inferiore larga e proiettata all'indietro che congiungendosi con quella superiore più piccola disegna il famoso "ringhio" peccattiano.

La coulisse in argento è fermata con due viti e il ginocchio con tre chiodini; anche questi dettagli classici dell'autore.

La veretta o passante è largo e senza smussi ma osservandola si nota un brutto problema strutturale del nasetto. Se osservate la linea di appoggio noterete che arrivata all'anello si inclina repentinamente. Questo è solitamente indice di un inizio di collasso dell'ebano interno.

Il bottone è in tre parti con doppio colletto, martellato. L'effetto di questa tecnica lo si può notare nell'appiattimentio del colletto più piccolo in prossimità della mezzeria dei piatti dell'ottagono. Le parti in metallo sono fermate da due chiodini; uno per ogni anello.

Purtroppo oltre al nasetto in condizioni non perfette, anche la bacchetta non è in buona salute. Naturalmente la curva è di modello antico e ancora perfettamente funzionante, ma sfortunatamente il legno eccellente come questo spesso presenta delle imperfezioni. Come vedete dalla foto qui sopra, c'è un tassello nelle parte inferiore della bacchetta poco dopo la fasciatura; probabilmente in quel punto c'era un piccolo cancro che è stato rimosso.

Arco da violoncello Dominique Peccatte "col de cygne" 1840/45

Di solito non sono ad uso farlo, ma prima di salutarvi vorrei consigliare a chi di voi ancora non lo avesse fatto, di ascoltare l'ultimo lavoro di David Bowie.

Confesso che non è mai stato uno dei miei artisti preferiti, ma questo lavoro, a tinte cupe per cause ben note, mostra non solo la genialità dell'uomo ma anche qualcosa di profondamente vero; un enorme punto interrogativo!

Blackstar - full abum (clicca e ascolta)

A presto

Paolo