MARCEL CHARLES LAPIERRE E GLI UOMINI DI BUONA VOLONTA'

Tutte le volte che chiedo al M° Navea Vera di fare un arco da contrabbasso, la reazione è sempre la solita; fa una smorfia, borbotta qualcosa in castigliano, e mi mette il broncio per almeno una settimana. Il motivo? Sono faticosissimi da fare, spezzano le braccia. Pensate quanti mal di schiena avrà avuto il buon Lapierre, che talmente tanti ne ha fatti, da essere conosciuto praticamente solo dai contrabbassisti.

Arco da violino Marcel Charles Lapierre

A dire tutta la verità, gli archettai bravi storcono un po il naso quando gli chiedi di costruire un arco da contrabbasso, anche perché sono i più semplici da fare, e loro ti guardano come dire: - " Devo proprio fare questo lavoro da falegname!? ".

Naturalmente, se si vuole fare un buon lavoro, anche costruire per il contrabbasso non è esattamente una cosa semplice; è però innegabile che gli archi da violino sono immensamente più difficili. Questo anche il motivo per cui i grandissimi di questa disciplina; Tourte, Peccatte, Persoit, ne hanno costruiti pochissimi nella loro carriera.

La Gandeur degli archi da contrabbasso è arrivata con i grandi laboratori di Mirecourt, come i Bazin e i Morizot. Attività con molti operai impiegati, dall'apprendista fino al capomastro, e naturalmente i lavori più semplici e faticosi venivano assegnati, o ai giovani inesperti, o a quelli che non erano esattamente le punte di diamante del laboratorio.

L'esempio classico sono i Morizot, dove mentre al più bravo André Auguste, venivano affidati gli archi da violino da costruire, per il meno dotato Pompiere c'erano quelli da contrabbasso, fino ad arrivare al Vecchietto, che probabilmente si trovava li per caso, che ha dovuto sgrossare tutta la vita.

Scrivo queste parole con un pizzico di tristezza, perché come sapete sono stato un contrabbassista, ma questo ingiustificato interesse per la costruzione di archi da contrabbasso ha molto falsato anche la tecnica dei contrabbassisti. Un violinista o un violoncellista, se naturalmente ha da spendere, può avere la fortuna e il privilegio di incontrare Peccatte, Tourte, Pajeot, autori che talmente nitidamente hanno capito ed interpretato la macchina arco, da essere gli archi stessi degli insegnanti di tecnica di conduzione violinistica. Se l'arco non è costruito seguendo dei criteri meccanici, che per inciso sono gli stessi per tutta la famiglia , costringerà l'esecutore a fare dei movimenti scorretti, che nel migliore dei casi si riflettono solo sulla qualità musicale; anche se più spesso producono, ai contrabbassisti in particolar modo, veri problemi fisici.

I contrabbassisti purtroppo sono i più penalizzati perché appunto nessun grande ha costruito per loro. Quello che d'altronde accade anche nel campo puramente musicale; la letteratura per contrabbasso è immensamente più povera, di quella degli altri componenti del quartetto. Ed in più il livello dei compositori; Fryba non val certo un Bach!

Fatta questa premessa torniamo ad occuparci di Marcel, uno di quelli che gli archi da contrabbasso li costruiva.

Nasce a Mirecourt il 20 di Marzo del 1907 da Francois Lapierre, intonacatore, e Anne Charlotte Antoniette Berly, impiegata nella bottega Laberte. In questo periodo l'industria degli strumenti è talmente in crescita, da riuscire a creare un indotto lavorativo anche per le donne, dandogli la possibilità di iniziare il processo di emancipazione sociale.

Il primissimo approccio all'archetteria ce lo ha nel laboratorio di Thibouville-Lamy, nel quale rimarrà dal 1921 al 1923. Successivamente lavora per una società che ha avuto vita brevissima Brouillier & Lotte, attiva tra il '25 e il '26.

Quando Francois Lotte si separa da Brouillier, Marcel rimane con il primo, per il quale lavorerà fino al 1936.

Nei successivi dieci anni lavorò per più di un laboratorio. Prima da Louis Bazin, poi dai fratelli Morizot, fino ad approdare da Emile Auguste Ouchard. Dopo la partenza di quest'ultimo per New York, nel 1946 lascia Mirecourt e va a Ginevra da Vidoudez.

Vi rimarrà solamente un anno, lasciando il posto a Bernard Ouchard, che al contrario di Lui resterà da Vidoudez per 22 anni.

Nel 1948 si installa a Mirecourt e apre la sua attività in rue Vuillaume e successivamente in rue Gambetta, dove continuerà a lavorare, senza infamia e senza gloria, fino alla data della sua morte, il 24 Giugno 1979.

Gli archi 

 

Arco da contrabbasso Marcel Charles Lapierre

Degli archi di Marcel c'è ben poco da dire. Come avrete già capito, non essendo esattamente il più grande di tutti i tempi, ha costruito pochi archi da violino e molti da contrabbasso.

L'arte del lavoro, nel periodo migliore, tra il '50 e il '60, è buona, ma tradisce sempre una trascuratezza latente; fino a trasformarsi in bruttura nell'ultimo periodo di vita.

Come nei Morizot, anche nella sua produzione di nasetti, si trovano molti appoggi "Hill", simili al "Vuillaume", ma ottagonale. Molto usati anche nell'ultimo periodo di Emile Auguste Ouchard, e non proprio prodotti in Francia, a giudicare dalle viti che fissano la coulisse in argento al nasetto, molto in voga nella Germania dell'epoca.

Onore alla faticosa pialla

A presto

Paolo