MAIRE 1855 - 60

Un altro pezzo pregiato si aggiunge alla mia collezione fotografica. Il musicista che mi ha dato la possibilità di fotografare il bellissimo Dominique Peccatte della settimana scorsa, aveva anche in custode, poveretto lui, un magnifico Nicolas Rémy Maire, dunque... eccolo!

Arco da violino Nicolas Rémy Maire 1855 - 60

Come già scritto nel post a Lui dedicato ( ndr. NICOLAS REMY MAIRE; IL DIMESSO), Nicolas Rémy Maire rappresenta senza ombra di dubbio uno dei migliori e più completi esponenti della grande scuola d'archetteria Francese, anche se ha avuto una vita molto movimentata.

Conoscere gli aspetti della vita degli artigiani di cui si analizzano gli archi è importantissimo per chi fa il mio lavoro, in quanto ogni avvenimento personale si ripercuote inevitabilmente sulla vita lavorativa segnandone le tappe. Questo consente ad esempio di dare una datazione abbastanza precisa agli archi.

Prendiamo ad esempio questo. Gli smussi sono larghi ed importanti e la geometria della testa è molto spigolosa alla Peccatte. Ma la geometria non è proprio quadrata come in Peccatte, la cresta si inclina all'indietro quasi a voler richiamare Voirin. Questo ci dice che con un 99% di probabilità questo arco è stato costruito dopo la metà del '800 al numero 35 di Rue de Viarmes a Parigi!

Stabilirlo è abbastanza semplice, perché come ricorderete, Maire era allievo del giovanissimo Etienne Pajeot, come Fonclause. Ma mentre quest'ultimo lasciò Mirecourt ancora relativamente giovane (1830) per stabilirsi a Parigi da Jean Baptiste Vuillaume, e lavorare al fianco di J.P.M. Persoit e D. Peccatte, Maire rimase nella città natale fino alla morte di Pajeot.

Maire apre la sua prima attività a Mirecourt nel 1826 e prova ad ingrandirsi, tanto che nel 1844 il suo laboratorio produceva circa 4000 archi all'anno. Purtroppo le cose non andarono bene e dovette tornare a lavorare per Pajeot. Tutte queste vicissitudini ritardano il suo arrivo a Parigi, e di conseguenza anche la sua conoscenza del nuovo gusto stilistico Peccattiano.

Dunque essendo chiaramente ispirato (in parte) a Peccatte l'arco che vedete non può essere stato costruito prima del 1849 (anno di morte di Etienne Pajeot). Ma ho scritto '55 - '60, e più probabilmente della fine degli anni 50; Perché?

Quando nel '50 arriva da Vuillaume, lo stile che domina la moda è ancora Peccatte; quindi forme spigolose si, ma anche di geometria quadrata. Qualcosa di non molto dissimile da Pajeot. Dopo il '55, con l'avvento di Voirin, il concetto meccanico e stilistico viene completamente rivoluzionato, e il povero Maire prova ad adattarsi ai nuovi venti modernizzatori, ma non vi riesce totalmente. Come mi ha detto il M° Navea Vera: "E' come chiedere ad uno che a sempre fatto clavicembali di mettersi a costruire pianoforti".

Nonostante anche in questo caso vada verso una geometria triangolare, la mutazione è ancora in corso. Lo smusso è sempre molto largo, e l'altezza della testina è troppo bassa per ospitare correttamente una stilistica Voirin. Dopo il '60 l'influenza di quest'ultimo si fa più presente e le teste si alzano e diventano più rotondeggianti.

E arriviamo alla cresta. Anche questa ,come gli smussi, ci suggerisce la mano utilizzata dall'artigiano; la destra. La prima parte è dritta, ma mano a mano che scende verso la scarpetta fa una piccolissima esse da sinistra a destra, questo perché in quel punto si uniscono più linee ed è molto difficile riuscire a farle convergere nel centro della testa.

Specifiche e misure

Bacchetta: pernambuco di media densità e color marrone scuro; curva antica.

72,8 cm lunghezza totale di cui; 72,58 cm bacchetta, 1,2 mm capezzolo, 2,0 mm casetta

Diametro bacchetta al colletto 5,6 - 5 mm

Diametro bacchetta alla fasciatura 8,7 - 8,55 mm

Mortasa tallone 17,35 mm (da 15,3 a 32,65)

Mortasa testa 3,55 - 9,9 mm

Testa: larghezza 9,6 mm, altezza 20,7 mm (22,4 con scarpetta e fibra), lunghezza 20,4 mm

Peso: 61,5 gr.

Purtroppo anche a questo arco è stato sostituito il nasetto, che spero di potervi mostrare in futuro.

A presto

Paolo