LOUIS HENRY GILLET; IL SARTORY DEI POVERI

Quasi bello come Sartory; quasi elegante come Sartory; quasi meccanicamente eccellente come Sartory. Louis Henry Gillet, l'uomo del quasi; ovvero il Sartory dei poveri!

Arco da violoncello in tartaruga e oro Louis Henry Gillet

Anche se all'interno del blog di soprannomi ne ho dati molti, la paternità di questo non è mia, ma della storia.

Nato a Nancy da Francois Edouad Gillet e Marie Anaise Evrot, il 10 Febbraio del 1891, Luois rimane orfano in giovane età. Rimasto solo a nove anni, forse anche per riscoprire le sue radici, il nonno Charles Isidore era archettaio a Mirecourt, decide di intraprendere la stessa professione.

Nel 1906 a diciassette anni è già a lavoro da Thibouville-Lamy, dove rimarrà fino al 1911, completando l'apprendistato.

Durante la Prima Guerra Mondiale, viene richiamato a prestare servizio nei ranghi di fanteria, ma presto rimane ferito e viene trasportato all'ospedale di "Chalon-sur-Saone". La piccola ferita porterà bene a Louis, i primo luogo perché significava essere congedato e avere la sicurezza di riportare la pelle a casa, e secondo li conobbe la futura moglie Jeanne Antoinette Aymard.

Nel dopo guerra si trovano tracce di lui nalla Maison Laberte, dove rimarrà fino al 1924, anno in cui fa ritorno a Nancy.

Nel 1926 si sposa e si trasferisce nella città natale della moglie. Vive in un umile casa di campagna contornato da carote e cipolle, e si ritaglia il laboratorio in una stanza cupa e deprimente, dove non apriva mai le serrande.

Negli anni successivi, e fino al 1934, costruisce archi per varie firme del settore, e nelle sue stilistiche è possibile chiaramente vedere l'influenza della scuola di Mirecourt. In questo periodo si trovano archi timbrati "Lavest".

Il 1934 è l'anno della sua piccola mini svolta. Dopo aver interrotto la collaborazione con Jules Fetique, durata per più di un trentennio, rimasto solo Eugene Sartory decide di collaborare con il più giovane Gillet. Da questo momento e fino al 1946 anno di morte di Sartory, il rapporto tra i due artigiani diverrà sempre più solido, e riguarderà anche la vita privata, oltre a quella lavorativa. Molte sono le occasioni in cui Sartory lo invita a Parigi o a Nizza, completamente a sue spese.

Dopo la morte di Sartory continuerà a lavorare per il cognato di quest'ultimo, Georges Dupuy, ma a causa delle relazioni tempestose tra i due il rapporto si sgretolò lentamente fino ad interrompersi alla fine degli anni '60.

Muore a Saint-Remy il 27 Marzo del 1970, lasciando dietro di se un grande numero di buoni archi, e anche se non dello stesso livello, in quasi tutti si riconosce l'indubbia influenza di Sartory.

La moglie fece dono degli utensili di Luois alla scuola di archetteria di Mirecourt, che sfortunatamente però, venne chiusa poco dopo la morte del suo insegnante più illustre Bernard Ouchard.

Gli archi

Arco da violino Louis Henry Gillet

Osservando la produzione di Gillet è facile capire il perché del soprannome che gli è stato dato. Trascurando il primissimo periodo, e l'ultimissimo, tutta la produzione della sua vita tende all'imitazione del suo maestro, per il quale aveva una vera e propria venerazione, anche se non riesce mai neanche ad avvicinarsi all'eleganza di Sartory.

In generale, anche se tra i suoi archi si possono trovare alcune cose carine, la maggior parte della sua produzione mette a nudo il talento limitato di questo autore. Sia le linee della testa che le proporzioni del nasetto fanno capire che gli mancava una visione generale della forma. Si noti ad esempio la non perfetta relazione tra la parte alta dello smusso e la casetta, oppure il leggero decentramento dell'occhio rispetto alla gola e alla parte superiore della paletta.

Complessivamente un buon operaio, la cui più grande dote risiedeva sicuramente nell'umiltà.

A presto

Paolo