LA PROVA SU STRADA

Ed eccomi finalmente di ritorno da voi. Dopo i due articoli tecnici di Simone, per i quali lo ringrazio ancora, questa settimana credo sia giusto tirare le somme di tutti gli argomenti trattati fino a questo momento. Della "Macchina Arco" abbiamo controllato il motore (velocità del suono), le gomme (curva), l'assetto (torsioni e distorsioni), abbiamo tentato di osservarlo e di capirlo con gli occhi; adesso non rimane che saltare a bordo e fare un giro di pista!   

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Prima di spiegarvi quale è il modo corretto e veloce di provare gli archi, ci tengo a ringraziare la sig.na Maria Kouznetsova, la bellissima ragazza delle foto. Giovane e talentuosa promessa del violino, che si è gentilmente prestata per farmi da cavia. Mi spiace solamente che non la possiate sentire: é veramente una bella esperienza

Stabilire quali siano le esatte potenzialità dell'arco in pochi minuti non è certo una cosa facile da fare. Di solito siete in un ambiente acustico che non conoscete, con l'archettaio che vi parla, e con altre varianti non conosciute che certo non aiutano nel comprendere i dieci o venti archi che sono stati sottoposti alla vostra valutazione. Se iniziate a provare un arco, come nella maggior parte dei casi ho visto fare, accennando frammenti di sonate, concerti o capricci, le informazioni che ne ricaverete  non avranno un attendibilità certa, e non vi daranno informazioni esatte su quali siano le potenzialità dell'oggetto che vi trovate tra le mani. Sul suono non possono dirvi un gran che, in quanto come già detto non conoscete l'acustica in cui vi trovate, ed in oltre di solito l'ambiente è troppo piccolo e quindi non permette di ascoltare la proiezione del suono, e cioè come è all'arrivo. Lo stesso si può dire per la meccanica. Se cercate un arco ovviamente è perchè quello che avete ha dei difetti, ma dovete tener di conto che il nostro corpo è una macchina perfetta e sopperisce ad eventuali carenze della meccanica. Nonostante la perfezione, la nostra muscolatura ha comunque bisogno di un periodo di transizione per adattarsi, e quindi quando provate un arco nuovo senza difetti avrà bisogno di qualche giorno per capirne il funzionamento.  

Questo ammesso che il vostro livello strumentale ve lo permetta; perchè se siete studenti o principianti non sentendovi in grado di giudicare, vi affiderete al parere di qualcuno più esperto di voi. Il problema in questo caso si complica, anche perchè ammettendo che la persona a cui chiedete consiglio sia completamente onesta, cosa in vero piuttosto rara, ha comunque una muscolatura, un modo di suonare, e di sentire diverso dal vostro. Quindi l'arco con cui lui si trova bene, può non essere il più adatto per voi.

Esiste però un modo che consente a tutti, anche ai principianti di stabilire in pochi secondi quale sia la qualità di un arco. Quando si prova, come quando si guarda un arco, è necessario come prima cosa sapere che cosa cercare. Abbiamo già detto che per il timbro, e per la meccanica ci vogliono una sala grande e del tempo. Solo che voi dovete scegliere nel tempo ristretto di un oretta o due, quale sia il miglior arco da portarvi a casa per essere provato più approfonditamente, e se non avete un metodo rischiate di incorrere in errori. Come abbiamo già detto più volte, le qualità irrinunciabili che deve possedere un arco sono: la qualità del materiale di cui è costruito, e la distribuzione della curva. Se queste due componenti sono di buon livello, l'arco può essere provato più approfonditamente, altrimenti è solo una perdita di tempo, ed in oltre può essere fuorviante.

Partiamo dalla qualità del materiale utilizzato. Come abbiamo già detto(LA VELOCITA' DEL SUONO), se il legno ha una velocità di propagazione del suono elevata, le sue fibre saranno molto tese e la loro vibrazione stretta e nervosa. Questo tipo di legno riesce ad agganciare la corda anche nelle situazioni più scomode, al contrario di quello scadente, e quindi è sufficiente metterlo al lavoro in condizioni critiche per differenziarlo dall'altro. Come tutti sappiamo, il punto più critico della corda da mettere in vibrazione, è sicuramente molto vicino al ponticello, e magari in quarta corda; per un arco invece la zona dove si concentrano il massimo delle criticità è la testa. Se si uniscono ambedue questi fattori otteniamo in assoluto la prova peggiore che l'arco potesse immaginare.

Per fare questa prova posizionate la testa dell'arco in quarta corda vicino al ponticello come vedete nella foto.

Foto 1

In oltre, per far si che il vostro modo di tenere l'arco influisca cercate, se ci riuscite, di sorreggere il nasetto con il pollice solamente (Foto 2)

Foto 2

Adesso, utilizzando solamente i primi due, tre centimetri di arco, andate lentamente su e giù. Naturalmente in queste condizioni è difficile fare suono, ma non è questo il fine, e voi non fate niente per farlo. Ascoltate solamente quale effetto producete. Se il materiale con cui è stato costruito l'arco è di buona qualità, il rumore che produce è, passatemi il termine figurativo, grattato, se invece è scadente otterrete un soffio. Più il rumore è ruvido e migliore è il materiale, e solo con questa provettina semplicissima, e che tutti possono eseguire, e che porta via pochi secondi, avete già fatto fuori ottanta dei cento archi che vi hanno messo davanti. Adesso passiamo da venti a cinque.

Di questi venti archi che sono rimasti, perchè costruiti con materiale di qualità, cerchiamo adesso di stabilire quali possiedono una curva ben eseguita e quali no. Come già detto nel post LA CURVA, non è importante di quale tipo sia, ma come è fatta, e se presenta dei piatti o degli angoli secchi, l'effetto di questi difetti si ripercuoterà sul suono e sulla continuità di emissione.

Per capire se questi difetti ci sono è sufficiente eseguire una nota pianissimo al ponticello, e per tutta la lunghezza dell'arco. Eseguendo questa arcata in su e in giù, cercate di far si che il vostro modo di suonare non influisca sull'andamento dell'arco. Tenetelo con due dita se riuscite, e non cercate di correggere con il vostro sapere le perdite o le rotture di suono. Oltre a rivelare informazioni importanti sulla curva, questo test consente anche di confermare la qualità del materiale.

Se le vibrazioni sono molto strette (P1), sta a significare che la fibra del legno è molto nervosa e continua, e per questo motivo vi consentirà di tenere una nota molto più lunga che nel caso P3 dove le vibrazioni sono molto larghe. Quindi con un arco, più riuscite a rallentare, a parità di volume sonoro naturalmente, migliore è il legno con cui è costruito.

La prossima settimana continueremo a parlare di quali siano le procedure più giuste per provare gli archi, voi nell'attesa provate a stabilire che qualità di legno possiede il vostro arco.

A presto

Paolo.