LAMY; UN PADRE, DUE FRATELLI, UN CUGINO, E UN INTRUSO!

Anche per questa famiglia di artigiani, come quella di Peccatte ma con minor danno, si tende a confondere, o a nascondere con stratagemmi tesi a distorcere la realtà, chi veramente siano gli autori degli archi, riunendoli tutti sotto il grande ombrello del cognome LAMY. Ma mentre i Peccatte erano almeno tutti parenti, tra i Lamy c'è anche un intruso!

Arco da violino Hippolyte Camille Lamy

Quella della famiglia Lamy non è esattamente una storia felice. Come tanti artigiani di buon talento e spirito imprenditoriale, anche il capostipite Joseph Alfred tentò di mettere in piedi una piccola dinastia. Dei quattro figli che ebbe solo due divennero archettai, ma come già detto nello scorso post, la Prima Guerra Mondiale, sgretolò completamente il suo progetto.

Hippolyte Camille, primo dei due figli archettai, nasce  nel 13 Agosto 1875 a Chateau-Thierry, quando il padre lavora ancora con Joseph Voirin da Pierre Louis Gautrot.

Nel 1890, già a Parigi, inizia a lavorare nel laboratorio del padre, ed tra il 1905 e il 1910, completa la formazione e arriva alla definizione della sua stilistica; non molto lontana da quella paterna, anche se meno raffinata.

Nel '15 è costretto, come molti ad interrompere l'attività lavorativa a causa dello scoppio della guerra. Riprenderà a lavorare con il padre nel '18, e fino alla sua morte avvenuta l'anno seguente. Nel 1919 apre la sua attività personale.

Il suo lavoro è complessivamente di buon livello e non si allontana mai troppo dalle stilistiche del padre, anche se meno elegante.

Dopo il 1930, a causa probabilmente di una malattia, inizia perdere gradualmente la vista, tanto che a fine carriera era costretto a lavorare con tre paia d'occhiali uno sopra l'altro. Conseguentemente il livello qualitativo in questi anni si abbassa.

Muore il 14 Gennaio del 1942 a Parigi e con lui se ne va l'ultimo rappresentante della famiglia.   

Arco da violino collaborazione Joseph Alfred/Georges Léon Lamy

Georges Léon Lamy, fratello minore di Hippolyte Camille, e ultimogenito di Joseph Alfred, nato il 27 Agosto 1881, è anche il più sfortunato della famiglia.

Inizia come il fratello nel laboratorio del padre nei primi anni del novecento. Apprende le stilistiche del padre, ma non ha il tempo necessario per compiere la sua evoluzione.

Nel 1914 viene richiamato sotto le armi, e morirà in battaglia il 28 Settembre dell'anno seguente.

Il più dotato dei due fratelli, già in giovane età le sue linee sono morbide e decise, segno di un eccellente manualità, sicuramente superiore al padre. Sfortunatamente a causa della scomparsa prematura i suoi archi sono molto difficili da trovare e spesso confusi con quelli del padre o del fratello.

Tutti e due i fratelli hanno sempre marchiato gli archi con il timbro del padre: "A. Lamy à Paris"

E qui finiscono i parenti stretti!

Alfred Lamy, nasce a Mirecourt il 3 Giugno del 1886 ed è il nipote di Joseph Alfred "Pére" (figlio del fratello), e cugino di Hippolyte Camille e Georges Léon.

Inizia l'apprendistato con Bazin, poi si sposta a Nancy nel 1901 da Jacquot dove rimane fino al 1906.

Nello stesso anno torna a Mirecourt, si sposa con Emilie Giustine Lagrave, e inizia a lavorare da Cuiniot-Hury, dal quale resterà fino al 1911.

Nel 1914 viene anche lui richiamato, e probabilmente contrae una non precisata malattia, che lo porterà alla morte dopo pochi anni.

Nel 1919, apre la sua attività ed inizia a timbrare a suo nome; "A.Lamy" o "Alfred Lamy", ma gli affari non vanno molto bene, e nel 1921 è costretto a tornare a lavorare per Laberte.

Anche nel caso di Alfred, a causa della precoce morte, non si può attribuire una stilistica personale. I suoi archi sono molto più accostabili alla scuola Bazin, più che a quella dello zio.

E ora l'intruso!

Qualche settimana fa è passato in laboratorio un cliente in cerca di un arco da violino: Dopo che gli avevo mostrato quelli del mio collega, mi fa vedere un arco che aveva preso in prova da un commerciante della sua città.

Gli chiedo: "Vuole sapere chi lo ha fatto, o se funziona?", mi risponde: "So chi lo ha fatto c'è un certificato di Raffin che dice che è un arco fatto in collaborazione da Lamy, con il suo maestro Martin".

"Prego??!!"

Martin, fatta eccezione per pochissimi anni, tra 1858 e il 1863, in cui è stato in laboratorio da Vuillaume ed ha lavorato con F.N. Voirin, non si è mai allontanato da Mirecourt, e tutti i Lamy, eccezion fatta per il cugino, troppo giovane per essere suo allievo, hanno lavorato a Parigi.

Ha formato molti ottimi artigiani, ma nessun Lamy; probabilmente appena si conoscevano.

Domando ancora: "Ma sul certificato, ci sarà mica scritto Thibouville-Lamy?".

Risponde: "Si, si, è proprio quello il nome, Martin/Thibouville-Lamy"

Di nuovo: "Chi le ha detto che Martin era l'insegnante di Thibouville-Lamy?"

Ovvia risposta: "Il commerciante che lo ha in vendita"

Non ci crederete, ma per fargli credere che Martin, che era un grandissimo archettaio, che però aveva messo su una piccola impresa, e con l'aiuto di operai spesso giovani e non molto esperti costruiva archi da studio di bassa, alle volte bassissima qualità,  per "Louis Emile Jérome Thibouville-Lamy".

E che i Thibouville erano costruttori di strumenti a fiato e Jérome non aveva mai costruito un arco in vita sua, ma li commercializzava solamente, sono stato costretto a farglielo leggere direttamente dal Raffin (N.d.R. LOUIS EMILE JEROME THIBOUVILLE-LAMY; L'AMMINISTRATORE DELEGATO ).

Thibouville si era attaccato il cognome da nubile della moglie, che non era imparentata con gli altri Lamy, ma era cugina di Claude Charles Husson, liutaio, per vendere qualche arco in più sfruttando l'ombra di un cognome importante. Evidentemente la scelta era giusta; funziona anche oggi.

L'arco appena descritto è ancora in vendita, ed ad una cifra assurda considerato che ho visto archi cinesi fatti meglio. Thibouville era la Yamaha dell'epoca, e aveva listini comparabili con questo tipo di prodotti, quindi non c'era truffa, ma strategia commerciale. Ma a quella cifra è rapina a mano armata!

E' ancora in circolazione; fate attenzione!

A presto

Paolo