LA CLASSE NON E' ACQUA

Qualche giorno fa ero in laboratorio e noto che nell'armadio degli archi ce ne era uno che non conoscevo. Distrattamente lo prendo tra le mani e domando al mio collega chi lo ha costruito. "E' un arco mio di molti anni fa", mi risponde. La prima frase che mi è venuta in mente guardandolo da il titolo al post!

Arco da violino "D.T. Navea Vera" - 1986

Comprendo certo che l'affermazione possa suonare immodesta, ma credetemi, non sono molti gli artigiani che all'esordio della carriera sono riusciti a fare cose come quelle che vedete nella foto. E solitamente quei pochi hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell'archetteria.

Il mestiere dell'archettaio, come molti di quelli artigianali, non ha in realtà una vera e propria scuola. Ce ne sono alcune ma i ragazzi che vi escono possono considerarsi molto lontani dall'essere archettai. La svolta vera, almeno per chi ha talento, è quella di entrare nel laboratorio di un buon maestro e rimanervi per un po di anni. Quando ne si esce si può dire che la preparazione tecnica dell'artigiano è completa, anche se naturalmente manca ancora un raggiungimento del proprio stile.

L'oggetto che vedete dovrebbe essere un esempio classico di arco costruito da un artigiano al termine dell'ultima fase di preparazione. Scrivo dovrebbe perché in realtà il M° Navea Vera nel 1986, anno di costruzione dell'arco, si era appena dipolomato, e non solo non aveva ancora fatto esperienza nel laboratorio del suo maestro, ma in quest'oggetto ci sono cose che quest'utlimo non avrebbe potuto insegnargli.

Come sapete l'archetteria Italiana nasce alla fine degli anni settanta e di conseguenza anche i maestri stessi  avevano una preparazione sicuramente non al livello di quelli Francesi; almeno per quel che riguarda la stilistica.

Proprio nella testina infatti si notano alcune piccole carenze scolastiche. Mentre lo smusso oltre ad essere tagliato magnificamente, si sviluppa in modo armonico, la codifica della cresta non è ancora ultimata. La curva bassa non gira a sufficienza e crea uno sviluppo che tende a far cadere all'indietro la testa, anche se lo smusso molto generoso e proiettato in avanti minimizza  lo sbilanciamento.

La piccola incertezza della testa viene riscattata però dalla bacchetta e dal nasetto.

Come più volte detto l'arco è fondamentalmente una molla a balestra e quindi va da se che la concezione e l'esecuzione della curva ne determinano il corretto funzionamento.

La curva di questo oggetto non solo è perfettamente eseguita, ma nonostante i quasi trent'anni di servizio è ancora intatta. Naturalmente la meccanica utilizzata è la "Sartory"; nell'86 la rivoluzione era appena iniziata in Francia, in Italia sarebbe arrivata almeno vent'anni dopo.

Questo arco dal punto di vista meccanico è la perfetta risposta ad un cliente che mi contestava: "Da nuovi i vostri archi suonano molto bene, ma chissà tra trent'anni?".

Tra trent'anni di più!

Il nasetto contrariamente alla testa incertezze stilistiche non ne ha; punta dritto a Dominique Peccatte.

Sono rimasto veramente sorpreso dal vedere tanta determinazione e aggressività uscire fuori dalle mani del mio collega. La gola, proprio come in Dominique, si sviluppa partendo dalla circonferenza inferiore proiettandosi in due direzioni. La prima, quella interna che va a chiudere sulla circonferenza superiore, di raggio notevolmente inferiore a quella bassa. La seconda, quella esterna, che invece si separa dalla prima per andare a cercare un punto di fuga che si posizione sulla bacchetta tra le ultime due lettere del timbro.

Geometricamente più maturo della testa, l'unico appunto che mi sento di fare sul nasetto è la scelta dell'ebano, anche se visto la grande difficoltà di reperirne in quel periodo, credo che sia stata obbligata.

Due parole, proprio due sull'incisione.

Oltre ad essere ancora in condizioni perfette questo arco rappresenta una vera e propria rarità. E' il primo degli unici due nasetti che il mio collega, il M° Navea Vera abbia mai inciso.

Anche se ho sempre avuto simpatia per i metalli incisi, riconosco che il lavoro di archettaio è tutt'altro, ciò non toglie che quest'incisione è comunque una dimostrazione non solo del grande talento, ma anche dell'incredibile duttilità e capacità di adattamento manuale del mio collega.

Bottone esteso

Arco da violino "D.T. Navea Vera" - 1986

Primo timbro del M° Navea Vera

A presto

Paolo