JEAN ADAM, dit "LE GRAND ADAM"

Seguendo il calendario, non Gregoriano, ne Repubblicano, quest'ultimo molto amato dai rivoluzionari Francesi, ma quello Vuillaumiano, questa settimana il post dovrebbe essere dedicato a Nicolas Maline. In quanto in ordine cronologico è arrivato prima nell'atelier di J.B.V., ma sfortunatamente non sono riuscito a recuperare nessuna foto di suoi archi; spero di farcela per la prossima settimana. Ma per adesso: Le Grand Adam!

Arco da violino con bottone in ebano senza coulisse e slitta

Tipo piuttosto turbolento, Grand Adam chiamato così per distinguerlo dal nonno, nasce a Mirecourt da Jean Dominique Adam e Anne Deroux il 23 Febbraio 1823.

Figlio e nipote di archettai, inizia la professione all'età di dodici anni nel laboratorio paterno, dove rimarrà fino al 1842. Nei primi periodi della sua attività, lo stile delle teste si avvicina molto a quello paterno e di Fonclause in particolar modo, mentre nei nasetti si sente chiaramente l'influenza di F.X. Tourte.

Ragazzo oltremodo vivace, viene trasferito a Parigi probabilmente grazie ad alcune bravate, che gli costarono anche un giorno di carcere. Il 18 Dicembre 1841 viene arrestato con la motivazione di: "Déclaré coupable  de violence, coups et tapage nocturne". Come a dire: "Questa sera dormi da noi, domani mattina passata la sbronza ti rimandiamo a casa". Ma non era colpa sua; è che se non bevi vino, non vieni ammesso all'albo degli archettai!

Scherzi a parte, arrivato a Parigi ha l'opportunità di lavorare al fianco dei Grandi nomi dell'archetteria. Ricordo che nel laboratorio Vuillaume passavano tutti i grandi, che anche dopo essere usciti mantenevano comunque stretti rapporti commerciali con Lui. In questo periodo Grand Adam cerca, e riesce in parte, ad affinare lo stile, modificando quello delle teste in particolar modo, che inizia ad avere echi Tourtiani.

Nel 1850 apre la sua attività a Parigi, e due anni dopo, nel 1852 si sposa con Marguerite Hector. Dal matrimonio nascerà solo un figlio, Nicolas, che diverrà lui stesso archettaio, anche se di non rilevante importanza, e lavorerà per Louis Bazin tra gli altri. 

Nel 1853 fa ritorno a Mirecourt e apre di nuovo il suo laboratorio, continuando comunque a commerciare con Vuillaume. In questi anni le sue scelte stilistiche si orientano verso Peccatte-Simon. La sua produzione maggiore la si deve a questo periodo, anche se bisogna considerare che negli anni Parigini lavorò quasi esclusivamente per Vuillaume e spesso non è facile orientarsi tra i vari artigiani che costruivano per Lui.

Continuerà a lavorare fino alla morte, sopraggiunta prematuramente nel 1869, a soli quarantasei anni, e se anche meno raffinato di alcuni, lascerà dietro di se un GRAND numero di eccellenti archi, in grado di rivaleggiare, al livello meccanico e sonoro, con quelli dei suoi Maestri.

Lo stile

Arco da violino in ebano e argento con fasciatura argento su seta

Più che di stilistiche di Grand Adam, si può a ragion veduta parlare di influenze. Come già anticipato, agli inizi della sua carriera, viene seguito dal padre, che pur essendo un buon artigiano non era assolutamente in grado di insegnargli i piccoli grandi segreti stilistici dei Parigini. Inizialmente per le teste si ispira a Fonclause, e a Tourte per i nasetti e i bottoni.

L'arco qui rappresentato ad esempio, ha la testa e il nasetto, molto ispirati a F.X. Tourte, al limite di considerarla una copia.

Quello di apertura invece è un multi ibrido. L'inclinazione della cresta ricorda Tourte, più ripida, e massiccia all'arrivo sulla casetta. Mentre lo smusso, parte molto ampio ed importante e si riduce all'arrivo in Pecattiana memoria,

Il nasetto non ha la coulisse in metallo e ricorda il primo Fonclause; quello degli anni di Pajeot per intenderci. Grand Adam ha realizzato, come testimoniato dalla seconda foto, nasetti con la coulisse, ma a causa del maggior costo, sia di tempo che di denaro necessari per costruirli, ha spesso preferito il nudo ebano.

Jean GRAND Adam è riconosciuto, e giustamente, uno dei migliori archettai della sua generazione, anche se come ho già detto non riuscì mai a togliersi dalle mani l'imprinting paterno. Le sue teste e i suoi nasetti sono sicuramente carichi di carattere, oltretutto molto simile a quello di Dominique Peccatte che ha copiato per gran parte della vita. Ma il tratto è meno ricercato e più grossolano.

Grand Adam il "rustico"; come ho avuto l'ardire di apostrofarlo.

A presto

Paolo.