GLI OCCHI DI MALENA

Passare la vita ad osservare forme scomponendole in linee e strutture comporta lo sviluppare un sistema d'osservazione particolare. Una chiave di lettura universale che attraverso l'analisi di geometrie cerca di carpire l'essenza dell'armonia e il carattere della testina di un arco, come di un violino, oppure perché no, di uno scatto.

Sono stato molto combattuto sull'opportunità o meno di pubblicare questo lavoro su un blog dedicato interamente all'archetteria, ma alla fine mi è sembrato un ottima occasione per mostrarvi come una metodologia possa essere utilizzata per esplorare altri campi, oltre a farvi conoscere il lavoro di un eccellente Artista naturalmente. Mi accingo quindi per una volta ad introdurvi all'analisi di “qualcosa di completamente diverso” : Gli Occhi di Malena.

Catalogo"La Migliore Offerta" - Malena Mazza 2013

La prima immagine di Malena che ho negli occhi è, come ho avuto modo di dirle, una nuvola verde in rapido movimento. La porta di casa si era appena aperta e io stavo cercando di mettere a fuoco la persona che avevo davanti, ma Lei non c'era più. Era già sparita lungo la scala a chiocciola proponendomi un caffè; tutto questo nei primi 5 secondi di conoscenza.

Fatto il caffè ci accomodiamo uno di fronte all'altro cercando di capire perché eravamo li. In realtà le nostre professioni si toccano solo marginalmente, ma almeno da parte mia c'era la curiosità di scoprire chi si nascondeva dietro l'obbiettivo di quelle immagini.

Mentre parliamo mi rendo conto che la sensazione di "velocità" del primo istante è ancora presente anche se siamo appunto seduti, e non è fretta o noia, ma sete di conoscenza; te ne accorgi dal modo in cui ti guarda. Più interessata a scoprire chi sei piuttosto che, che cosa vuoi, senti i suoi occhi scrutarti e palparti quasi, alla ricerca di una storia da raccontare.

Proprio questo fa Malena; racconta storie. Artista tecnicamente eccellente, usa la padronanza del mezzo senza lasciarsi mai andare a formalismi, cercando in ogni scatto l'evocazione concettuale.

Esempio classico è uno dei suoi ultimi lavori : La Migliore Offerta.

Trae naturalmente spunto dall'ultima fatica cinematografica di Tornatore. Il film racconta di un ricco e famoso battitore d'asta, arido e incapace di provare sentimenti se non per i ritratti di donna che colleziona.

In quest'occasione Malena si trasforma da fotografa in pittrice muovendosi tecnicamente verso una bidimensionalità delle immagini, ma andando concettualmente in una direzione diversa da quella del film. In questo suo lavoro si legge una profonda critica ad una parte dell'universo femminile. Una donna intrappolata come una farfalla nella sua disperata bellezza, che continua a sbattere contro una prigione di cristallo, oppure relegata al ruolo di gattino caldo e morbido che aspetta il suo uomo/padrone a letto.

Una donna debole e non più padrona dei se stessa che si appiattisce  e satura con lo sfondo, divenendo niente di più di un oggetto d'arredamento; una bella orchidea da usare come centrotavola.

All'improvviso la rottura, il cambio totale di tecnica e di linguaggio; la foto che ha stimolato di più la mia sensibilità.

La prima cosa che salta agli occhi è il totale cambio di atmosfera. L'abbigliamento da raffinato diventa semplice e senza alcuna pretesa; casalingo si direbbe. Anche la scenografia subisce lo stesso tipo di metamorfosi e soprattutto si allarga formando un palcoscenico vero e proprio, fuori e dentro del quale Malena fa muovere i suoi personaggi.

Analizzando la foto è la ragazza dai tratti androgeni la prima figura che viene messa a fuoco, che con il corpo proteso verso il pannello luminoso guarda in camera. Lo sguardo della modella fa si che l'occhio dell'osservatore si muova all'indietro aprendo la visuale sull'immagine. L'attenzione viene a questo punto assorbita completamente dal bambino seduto sul secchio di vernice, che muove l'immagine in due direzioni diverse. Prospetticamente riporta sulla figura centrale come a simbolizzare un evoluzione, anche se la direzione dello sguardo del bambino e l'androginità della modella fanno sorgere il dubbio che non si tratti di madre e figlio, ma della stessa persona.

Ipotizzando questo tipo di evoluzione, di centrale importanza, sia dal punto di vista del movimento che del messaggio è lo sguardo del bambino. Meno severo, ma comunque non felice, sembra chiedere aiuto ad un entità assente.

Il contrappeso creato da questa assenza controbilancia la foto riportando l'osservatore al punto di partenza, in grado però adesso di comprendere il messaggio contenuto in quello sguardo.

Uno scatto dinamico ed in continuo movimento, difficile da inquadrare nel contesto tecnico del lavoro, ma che mi offre un perfetto bridge per giungere al successivo catalogo di Malena : Mothers & Sons.

Essendo un uomo e in più senza figli, ho sempre un particolare timore nel parlare di maternità; nessun uomo potrà mai comprenderla totalmente. Posso solo provare a dare un interpretazione di quello che Malena suggerisce attraverso le sue immagini.

Già nel primo scatto gioca magistralmente con i contrasti di luce umanizzando madre e figlio, e congelando in un blu elettrico e innaturale tutto il resto della scena. Certamente il significato primario dell'immagine tende a vivificare il rapporto esclusivo tra i due, ma una volta che l'occhio si riprende dall'abbaglio della luce mette meglio a fuoco i personaggi. Il bambino volta la testa all'obbiettivo e la mamma sembra essere quanto meno infastidita dal dover vivere un intimità così profonda in un ambiente estraneo.

E' una mamma energica quella rappresentata da Malena, una donna moderna che guarda dritto in camera e affronta la vita correndo a testa bassa. Al contrario dello scatto precedente la luce invece che esaltare questa volta omogeneizza, inghiottendo la madre dentro al blu e il bambino nel bianco. Usando funzionalmente la disposizione dei colori dei vari prodotti esposti sugli scaffali lo sguardo dell'osservatore viene trasportato sul viso della madre, che ha cambiato espressione; non è più fastidio ma distacco. Allontanamento anche dal bambino, che con la medesima tecnica di rimandi di luce, e la postura inclinata, si confonde nel bianco dei prodotti.

Criticità di vita che si accentuano nella prossima foto dove oltre alla scelta della postura, le distanze vengono ulteriormente accentuate dall'utilizzo della luce e dell'obbiettivo, che scivola accanto al bambino sfiorandolo appena e facendolo divenire marginale rispetto all'inquadratura. Lo scatto si sviluppa questa volta a partire dal corpetto della modella che rimanda ad una reminiscenza militare, ricordando la divisa di ufficiali Ottocenteschi. La luce lo colpisce in pieno mettendo in penombra il viso della madre, come a voler coprire con un velo di pudicità l'espressione dura, ancora più combattiva e alla ricerca di una attimo di fuga.

L'ultimo scatto della collezione che analizziamo rappresenta un notevole punto di svolta rispetto agli altri e introduce concretamente una tematica solo evocata in precedenza: la figura dell'uomo.

Anche se appare fisicamente nell'inquadratura, la sua presenza serve ancora di più a sottolineare un assenza; quella del compagno. Avendo un approccio ermeneutico all'immagine si può far notare che i due personaggi laterali, rappresentati come una anziana coppia, vengono nascosti dietro degli occhiali scuri, come a significare un senso di famiglia e di unione non più presente nell'oggi.

Il significato dello scatto si palesa e definisce nel diverso taglio di stampa che Malena a deciso di dare alla foto, e che io ho tentato di ricreare.

Osservando l'immagine con il nuovo taglio si vedono affiorare considerazioni solo accennate precedentemente. Togliere quasi completamente la signora dall'inquadratura costringe ovviamente a concentrarsi sulla mamma, che è si una donna inserita nel proprio tempo, come suggerisce la pettinatura, ma ha conservato tutta la sua natura di madre, simboleggiato dall'abbigliamento dal gusto retrò. Il bambino questa volta è strumentale per far arrivare l'attenzione sull'indice della mano destra, che, puntato verso la signora ci aiuta a svelare lo sguardo dritto in camera della mamma che sembra dire : "Io c'ero e ci sono ancora, l'uomo però che avevo, adesso dov'è?".

Con Mothers & Sons si chiude la prima parte dell'articolo dedicato al lavoro di Malena. Il prossimo venerdì, nella seconda PuntArte, analizzerò per voi altri due suoi cataloghi:  Grey Wolves e Cemetery.

Augurandomi che la divagazione tematica abbia fatto sorgere in voi la curiosità di conoscere più approfonditamente il lavoro di Malena, vi segnalo il link al Suo sito, dove troverete i lavori appena descritti, e potrete divertirvi ad analizzare le collezioni di cui mi occuperò la prossima settimana.

http://www.malenamazza.com/

Vi segnalo in oltre la prossima mostra personale di Malena intitolata “Beauty Cage” che si terrà nella Galleria Zanuso, C.so di Porta Vigentina, 26 a Milano.

L'esposizione verrà inaugurata mercoledì 5 Febbraio dalle 18 alle 21, e rimarrà aperta dalle 15.30 alle 19 fino al giorno 14.

A presto

Paolo