EMILE AUGUSTE OUCHARD; L'ARCHETTAIO DEI DUE MONDI

"Ca, c'est la baguette... ca, c'est la husse...ca, c'est la mèche... et ca, c'est la porte!" Così Emile Auguste Ouchard apostrofava, accompagnando il tutto con, "Gest à l'appui", come scrive Raffin, uno dei suoi detrattori. Sarà anche stato colui che ha portato l'archetteria nel mondo, ma dentro era Francese fino al midollo!

Emile Auguste Ouchard

Figlio di Emile Francois, nasce a Mirecourt il 24 Luglio del 1900, e già da giovanissimo inizia a prendere confidenza con il lavoro da "Cuniot -Hury", lo stesso laboratorio dove lavora il padre. Ambedue, anche dopo a morte di Cuniot, rimangono a lavorare per la vedova.

Nel 1922 il padre decide di stabilirsi per proprio conto e il figlio lo segue; da questo momento avrà inizio una lunga e non sempre fruttuosa collaborazione tra i due. Emile Francois è un ottimo capomastro, con molta esperienza alle spalle, ma commette probabilmente l'errore di considerare il figlio come un qualsiasi altro dipendente.

Il 2 di Settembre dello stesso anno sposa Andrée Marie Charlot Petot. La coppia ha quattro figli, due maschi Bernard e Jean-Claude che seguiranno la professione del padre, e due femmine, Colette e Anne-Marie.

Arco da violino Emile Auguste Ouchard

Dal 1930 inizia un graduale percorso che lo porterà nel corso degli anni successivi a staccarsi dalle forme paterne per definire e raffinare la sua stilistica. Sviluppando l'idea di un amico liutaio, che si divertiva con l'archetteria, Max Millant, costruì un nasetto con un appoggio molto simile a quello Hill, e cioè con ottagonale più piccolo, con lo scopo di ridurre al minimo il gioco tra la bacchetta e il nasetto. Usò questo tipo di appoggio fino ai primi anni '50.

Nel 1937  le divergenze tra padre e figlio diventano insanabili e Emile Auguste decide di andarsene ed aprire per proprio conto; in questo periodo timbrerà gli archi "E.A. Ouchard fils". Per alcuni anni rimane a Mirecourt, ma presto la piazza diviene troppo piccola per i due e Lui preferisce spostarsi a Parigi. 

Si istalla in rue de Rome al numero 54, più o meno a metà strada tra gli odierni laboratori di Raffin, e Le Canu-Millant, e cambia il timbro in "E.A. Ouchard Paris". In questo periodo spesso gli archi hanno un numero e la data.

Nel 1942, vince il "Gran Prix" all' "Exposition des Artisians de Paris" e gli affari incominciano ad andare decisamente molto meglio; è la sua consacrazione.

Incoraggiato da più di un amico, ivi incluso Yehudi Menuhin, accetta, anche  a seguito di non specificati "problemi familiari", l'invito del liutaio Lazare Rudié, e nel 1946 si trasferisce a New York.

Lavorerà per un periodo nel suo laboratorio,mantenendo comunque un marchio indipendente. Gli archi di questo periodo sono firmati "Emile A. Ouchard New York".  Dopo di Lui si susseguiranno nello stesso laboratorio: Jaques Francais, Bernard Millant, e Etienne Vatelot.

Nel 1948 firma un contratto annuale di 10.000 $ con il marchio Willam Lewis & Son, di Chicago, e così fa di nuovo le valigie e si trasferisce in Illinois. Nonostante il contratto sia da intendere come esclusivo, il buon Emile Auguste non può scontentare i vecchi clienti, e quando tutti gli anni in estate si reca in Europa, vende anche in proprio.

Anche se il contratto non è stato chiuso (all'epoca della morte era ancora in validità), inspiegabilmente nel 1951 torna a New York e va a lavorare in una stanza messagli a disposizione da Jaques Francais.

Nel 1955 fa un viaggio in Brasile per comprare e scegliere personalmente il legno per i suoi archi.

Nel 1960, dopo quasi quattordici anni di Stati Uniti, nei quali da buon Francese aveva imparato il minimo Inglese possibile, fa ritorno  in Francia e si trasferisce a Gan. Nel 1963 si sposa un altra volta e si trasferisce con la moglie a Vichy.

Qui continua a costruire e marchia gli archi togliendo le parole "New York" dal vecchio timbro Americano. Il lavoro di quest'ultimo periodo è di un livello non paragonabile al precedente, anche perché in seguito alle conseguenze del primo attacco di cuore, avuto poco dopo il ritorno dagli Stati Uniti, le sue capacità manuali si ridussero molto.

Emile Auguste Ouchard, l'archettaio girovago, eroe dei due mondi, si spegne a Gan il 14 Febbraio 1969.

Lo stile

Arco da violino Emile Auguste Ouchard

E.A., vuoi per un eccesso di autocritica o per volubilità non si definisce mai completamente; gioca e danza in un misto mai banale di stilistiche che condizionano il gusto dell'epoca, da suo padre a  Sartory, Lamy, Bazin, mantenendo una perfezione di esecuzione ed una leggerezza di intenti veramente eccezionale. Manualità incredibile e tecnica perfetta: un professionista di primissimo livello.

Anche i nasetti sono molto ben dimensionati e eseguiti, anche se alle volte troppo concreti. Come nell'esempio della foto, lo spessore dell'anello è, probabilmente per un eccesso di prudenza del tipo "più è spesso e meno si rompe" più Tedesco che Francese come modo di pensare, troppo alto, e rende molto sbilanciata la gola verso il basso.

Da notare anche, che oltre all'appoggio suggeritogli dall'amico Millant, dopo il 1935 inizia a fissare la coulisse in argento, che protegge l'ottagono del nasetto, con le viti e non con i chiodini, come in uso dalla scuola Francese del secondo '800.

A presto

Paolo