DANIEL E PAOLO

Non ci sono molte parole per descrivere gli ultimi due lavori del M° Daniel Tobias Navea Vera, le immagini che vedrete parlano da sole. E' doveroso però rivolgere un ringraziamento a colui che ha dato l'incipit alla costruzione di queste due meraviglie; Merci messieur Millant!

Arco da violoncello D.T. Navea Vera (clik per ingrandire)

Arco da violino D.T. Navea Vera (clik per ingrandire)

Oltre ad essere due archi magnifici, Daniel e Paolo, ci hanno anche regalato uno dei periodi più belli della nostra vita lavorativa in comune.

La storia ha inizio alcuni mesi fa. Vi ricordate che in giugno Daniel e Io eravamo andati a Parigi a visitare il M° Bernad Millant, ed in quell'occasione gli avevamo mostrato "Il Giuranna" , l'arco da viola dedicato al M° Bruno Giuranna.

Daniel (clik per ingrandire)

Ebbene il Maestro, che poco conosceva il lavoro del mio collega, ne è rimasto impressionato e ci ha invitato a partecipare al concorso "Etienne Vatelot" di Parigi, che si è concluso la settimana scorsa.

Ho fatto notare al Maestro che siamo Italiani, e che non sposando a pieno le stilistiche attuali della moda Francese, forse era inutile partecipare. Si è quasi arrabbiato, e dicendo che Lui sarebbe stato il presidente della commissione, ci ha ribadito energicamente l'invito.

Non so per quale motivo, saran forse tutte le fregature che ci han rifilato in era Napoleonica, noi Italiani siamo sempre un po diffidenti verso le lusinghe dei Francesi, ma questa volta erano state così forti ed insistenti, che alla fine ci siamo fatti convincere.

Presa la decisione è iniziata la preparazione. Il primo dubbio era: facciamo il nostro, o ci Francesizziamo per il concorso? La risposta è stata immediata e categorica: -"Io non faccio il Francese, faccio me stesso."-. Primo problema risolto.

La seconda domanda era: usiamo il legno molto scuro caro alla tarda scuola Francese, o scegliamo il legno che suona indipendentemente dal colore che ha? Questa volta la risposta categorica è stata mia: -"Vincano o no, io voglio che suonino e quindi scegliamo il legno secondo i nostri criteri"-

La ricerca è iniziata. Il legno (la riserva speciale) disteso sulla mia tavola da pranzo, un buon caffè, e dopo un oretta trascorsa a passarci le bacchette l'un l'altra, ad un certo punto Daniel ne ha presa in mano una e a detto "Questa.". Da quella becchetta è uscito, grazie alla sua arte, "Daniel" l'arco da violoncello.

Il motivo per cui l'ho voluto chiamare Daniel, è semplice; questo arco è il suo specchio esatto, raffinatissimo e colto, ma col cuore Latino. Daniel è venuto in Europa anche, per imparare a costruire violini, ma soprattutto perché, come mi diceva proprio alcuni giorni fa, chi nasce qui ha l'enorme fortuna di respirare e godere di cose che per molti sono difficili anche solo da vedere dal vivo; Raffaello, Caravaggio, Bernini. Daniel è venuto a cercare il culto della bellezza, e l'ha trovata e assorbita, anche se con uno sguardo molto latino, come tradisce la marezzatura di questo legno, accesa, viva, e profonda.Perfino la scarpetta in avorio è maculata.

La fasciatura, anzi le, visto che anche per il violino è la stessa, scaturiscono da un problema tecnico dovuto al concorso. Come ormai sapete, i nostri archi in oro sono fasciati con piattina d'oro e tartaruga, ma le documentazioni doganali da presentare erano poco chiare, e noi per paura di essere espulsi per via di un cavillo, siamo stati costretti ad inventarci qualcos'altro.

Fanone finto nero e bianco? Orrendo. Oro su seta? Inguardabile. Alla fine Daniel ha partorito quello che vedete. Una fasciatura eseguita con tre fili; due di seta (nero e giallo), e un filo d'oro. L'abbiamo fatta in due ed è stato un vero spasso. Io che tenevo i rocchetti dei fili, e Lui che li arrotolava alternandoli; sembravamo due comari che filano la lana.   

Anche trovare l'ebano adatto ad un concorso non è stato facile. Ho girato mari e monti per riuscire a trovare quello che volevo e alla fine, anche se lo abbiamo pagato più a prezzo d'oro che di legno, il risultato ne è valso ampiamente la pena.

Il bottone è in tre parti, con l'anima in ebano e la madreperla a cuore, ed è una lezione di tecnica della costruzione! 

Come ha detto Daniel, che di archi in vita sua ne ha costruiti circa un migliaio, -"Questo è uno dei tre più belli che ho fatto in vita mia.". Per quello che riguarda il mio giudizio, è uno degli archi da violoncello più belli che abbia mai visto in assoluto.

(clik per ingrandire)

Paolo

Paolo (clik per ingrandire)

L'altra bacchetta che è uscita dal famoso pomeriggio è quella che vedete nelle foto. Molto diversa dalla precedente, ma non meno performante, ha una bellezza più misteriosa.

La bellezza quasi algida della parte sinistra della testina tende a trarre in inganno, ma guardando l'altra parte si vede di che pasta è fatto questo legno. File di raggi midollari fittissime che regalano, sia alla forma, che al suono, una larghezza e profondità impressionanti. 

Sull'esecuzione di Daniel non c'è molto da dire, se non complimentarmi con Lui per aver allargato lo smusso, dando più presenza e carattere alla forma.

E adesso il nasetto.

Ovviamente il bello è, in parte, soggettivo, l'oggettività però testimonia che il nasetto che vedete qui sotto è eseguito in maniera impeccabile; perfetto, si direbbe, se la perfezione esistesse.

Partiamo dall'ebano. Il fornitore da cui sono riuscito a trovarlo, dopo varie preghiere in più lingue, si è deciso a vendermelo. Ha aperto un cassettino e ne ha tirato fuori una busta di plastica con all'interno questi tre pezzi di ebano del Gabon; sopra c'era un etichetta con su scritto "No again". Non vi dico per pudore quanto gli ho dovuto dare per portarli a casa.

E poi Daniel. Questo nasetto si muove; è aggressivo, ma allo stesso tempo morbidissimo e le linee si inseguono tutte facilitando e guidando l'occhio dove vuole l'autore. Non parlo da esperto, ma da appassionato, per me non è il nasetto più bello che abbia mai visto, o almeno non solo, è quello che mi coinvolge di più emotivamente. 

Ma finiamo di raccontare la storia. Dopo aver lavorato intensamente per un paio di mesi è arrivato il grande giorno.

Siamo arrivati a Parigi e con nostra gioia abbiamo avuto l'onore di essere i primi Italiani a raggiungere una finale in un concorso Francese e essere esposti a Parigi, anche se avevamo sperato meglio.

Beh poco male, noi ci siamo divertiti come matti a costruirli, progettarli, e filosofarci sopra, ed in più il giudizio espresso era solamente estetico, visto che non era prevista nessuna prova acustica degli archi.

L'unica punta di stizza, che è durata solamente un attimo, ce l'ho avuta quando ho chiesto spiegazioni al M°Millant.

Vi ricordate che quando ci aveva invitato avevo fatto presente al Maestro che le stilistiche Italiane non erano particolarmente gradite in Francia, e che avevo l'impressione che volessero solo stilistiche strettamente Francesi.

Mi aveva risposto che -"No noi vogliamo solamente archi belli"-

-"Maestro che cosa mi dice dei nostri archi? Il lavoro non le sembrava all'altezza?"-, -"Ma assolutamente no ragazzo mio, cosa dice! Il lavoro è assolutamente perfetto, è che sa, le stilistiche non sono molto Francesi."-

Maestro un abbraccio!

Daniel

Arco da violoncello modello personale con

Bacchettta: legno di pernambuco arancio scuro molto marezzato, densità alta, velocità del suono 5915, sezione rotonda, taglio radiale

Nasetto: ebano, oro, madreperla "cuore"

Bottone: in tre parti, in oro ebano e madreperla a "cuore"

Fasciatura: due fili di seta, giallo e nero, e un filo d'oro, senza saldatura

Paolo

Arco da violino modello personale con

Bacchettta: legno di pernambuco arancio scuro, densità alta, velocità del suono 5960, sezione rotonda, taglio radiale

Nasetto: ebano, oro, madreperla "cuore"

Bottone: in tre parti, in oro ebano e madreperla a "cuore"

Fasciatura: due fili di seta, giallo e nero, e un filo d'oro, senza saldatura

(clik per ingrandire)

A presto e...

"Vive la France! Vive le Général De Gaulle!"

Paolo