ARCO DA VIOLONCELLO ANDRE' VIGNERON FILS

Vi ricordate di questo signore qui sotto? No eh! Entrate che vi rinfresco la memoria.

Eh si, c'è voluto un po di tempo prima di potervi mostrare il risultato del magnifico lavoro del mio collega, ma dopo averlo visto converrete con me che ne è assolutamente valsa la pena.

Arco André Vigneron rotto (Clicca per accedere al precedente articolo)

Ebbene è proprio lui, l'arco da violoncello André Vigneron spezzato al colletto che vi avevo illustrato alcuni mesi fa.

Il restauro che il mio collega esegue in questo caso è molto simile a quello che già vi avevo illustrato alcuni anni fa sempre su un arco da violoncello; un Lecchi. Ed a causa della scarsa inclinazione del mio collega a far fotografie sarò costretto ad attingere proprio a quelle del restauro sopra citato per iniziare la descrizione.

Foto di archivio (clicca per vedere il restauro del Lecchi)

A differenza del Lecchi, prima di incollare l'arco sulla tavoletta di legno morbido, il Maestro ha dovuto rimettere in posizione corretta la testina che come potete vedere ruotata verso il basso a causa della rottura.

L'arco deve necessariamente essere lavorato dopo averlo incollato, per una maggior sicurezza e praticità del taglio e soprattutto per consentire il corretto allineamento del nuovo pezzo con la bacchetta.

Foto di archivio (clicca per vedere il restauro del Lecchi)

Una volta essiccata la colla ha asportato la parte superiore della bacchetta fino a raggiungere gli smussi inferiori.

Oltre alla rottura sicuramente più grave di quella del Lecchi, il mio collega ha anche dovuto inclinare leggermente più in avanti il taglio, per asportare completamente la lamella di legno precedentemente inserita in modo da poter posizionare la vite di rinforzo sul legno originale.

Queste due foto, sopra e sotto, sono state fatte a metà lavorazione proprio per mostrare questo dettaglio.

Come potete osservare qui sotto il taglio della pialla è stato eseguito perfettamente tangenziale allo smusso.

Preparare il nuovo pezzo da incollare per chi ha una buona mano non è cosa estremamente difficile, altro conto trovare il legno che possa somigliare all'originale vecchio di almeno cento anni.

Come vedremo più avanti questa volta il mio collega sembra esserci riuscito. Dopo aver preparato il pezzo nuovo si procede all'incollaggio e alla successiva esposizione al calore per aumentare la tenuta della colla.

A distanza di molti mesi dall'incollaggio il Maestro ha tolto l'imbracatura ed iniziato a sagomare il nuovo pezzo.

Il lavoro già nel passaggio intermedio fa intuire come potrà essere una volta finito. Viene ricostruito l'ottagono che dovrà ricongiungersi con quello originale, che ovviamente non deve essere assolutamente toccato.

Stessa cosa ovviamente per la parte di cresta mancante.

Una volta finito di modellare il pezzo nuovo il Maestro ha eseguito un forellino sull'apice della testina che ospiterà la vite di rinforzo. Il foro viene eseguito da sopra e deve essere passante in modo da utilizzare lo spessore massimo.

Una volta forato ha fatto colare la colla e messo a dimora la vite.

Dopo aver tagliato via la vite e averne fatto sparire la testa con una stuccatura di colla e truciolo di pernambuco, ha finito di modellare la cresta.

Ed infine dopo l'ultima levigatura, la vernice; ed eccolo finalmente ultimato!

Che cosa dire di un lavoro così. Ho avuto la possibilità di mostrarlo a più di una persona, ivi inclusi alcuni colleghi, e molti di loro non lo hanno neanche visto!

Anche in questo caso come nel precedente il nostro cliente ha dovuto aspettare mesi e mesi prima di poterlo suonare di nuovo, ma credo che non se ne sia pentito.

Arco da violoncello André Vigneron fils

Approfondimenti :

QUEL CHE NON FECERO I BARBARI, FECERO I BARBERINI!

RESTAURO ARCO GIUSEPPE LECCHI 

A presto

Paolo

P.S. : Grazie Daniel, è bello ed emozionante vederti lavorare.