LA STECCA DA BILIARDO!

La tecnica che vi illustrerò questa settimana non è tra quelle che il mio collega, il M° Navea Vera ama di più, e non per un problema di difficoltà; come vedrete tra poco, con le mani sa fare praticamente qualsiasi cosa, ma perché snatura e toglie molto valore all'arco. Avendo però di fronte un paziente così mal concio, "a mali estremi, estremi rimedi".

L'arco in questione in realtà non ha un valore commerciale enorme trattandosi di un Hermann Richard Pfretzschner dei primi del '900, e se non fosse stato per motivi di affetti familiari avremo sconsigliato al cliente un lavoro così dispendioso.

Il restauro è chiamato gergalmente "Stecca di biliardo" e tra un attimo vi sarà chiaro il perché. Avendo la coda totalmente distrutta, l'unico modo di far funzionare ancora questo arco è asportare il moncone e sostituirlo con un nuovo pezzo.

La prima cosa da fare dopo aver preso le misure e deciso dove tagliare è scegliere un pezzo bacchetta di pernambuco quanto più possibile simile all'originale, sia come colorazione che come proprietà meccaniche.

Una volta scelta la bacchetta, o meglio il moncone, si prepara l'ottagono e si procede all'adattamento del nasetto.

Una volta adattato, si segna il punto dove verrà eseguito lo scasso e si procede ad aprire la mortasa della coda.

Finita la mortasa ed aperto i fori per la vite del bottone il meccanismo della coda è ultimato.

Una volta pronto il moncone viene preparato per essere inserito nella bacchetta Si lavorano dunque le due facce laterali fino a farle convergere, come potete vedere nelle due foto sottostanti.

Ultimato il pezzo nuovo si inizia a preparare la bacchetta. Il taglio viene eseguito in modo che il restauro una volta finito rimanga completamente nascosto sotto la fasciatura.

Eseguito il primo, si procede con il secondo taglio, ovviamente longitudinale alla bacchetta.

Una volta tagliato si riscalda la parte per ammorbidire il materiale e allargare la fessura appena prodotta.

Dopo aver allargato il taglio si prepara la parte esterna della bacchetta con la rasiera, usando il moncone per tenerlo divaricato come vedrete più avanti.

Finito di preparare sia l'interno che l'esterno si inizia il lavoro di precisione. Il nuovo pezzo va ovviamente messo in asse con il vecchio e infatti come vedete il M° Navea Vera sta utilizzando la lima solo da un lato in modo da ruotarlo leggermente e posizionarlo correttamente.

Si procede con questa operazione fino a che la centratura non è corretta e successivamente si torna a rifinire la bacchetta originale.

Come vi dicevo, tenendo la fessura aperta con il moncone si toglie più materiale possibile esternamente in modo da avere meno lavoro da fare a incollaggio finito.

Finiti di preparare i due pezzi si procede alla prova generale del tutto. Si innesta il moncone e lo si ferma con due morsetti; naturalmente per il momento senza colla.

Una volta controllato che tutto sia in ordine si procede all'incollaggio e alla cottura.

L'incollaggio viene posizionato sotto ad una fonte di calore, così facendo le proprietà meccaniche della colla aumentano fino a raddoppiare.

Dopo circa trenta minuti dall'incollaggio si torna a dare una controllata alle viti dei morsetti che a causa dell'essiccazione della colla potrebbero ridurre sensibilmente la pressione esercitata.

Ed eccola, dopo 24 ore di riposo la giunta è finalmente pronta per essere ultimata, e da qui in avanti sono costretto mio malgrado a fare un piccolo balzo in avanti, da momento che il mio collega si è dimenticato di fare le foto.

Comunque, con la pialla si vanno a raccordare i due ottagoni, il vecchio e il nuovo, dopo si procede alla levigatura e all'ossidazione... qui sotto il risultato finito.

Coda finita (clicca per ingrandire)

Ultimata l'ossidazione si procede alla verniciatura, fasciatura e pelle, e eccolo qui.

Lavoro finito! (clicca per ingrandire)

Grazie Daniel, come già ti ho detto, è bello vederti lavorare!

A presto

Paolo